Un viaggio negli anni 90 tra il punk crudo dei Sick Tamburo e il synth pop de Lo Straniero

Un viaggio negli anni 90 tra il punk crudo dei Sick Tamburo e il synth pop de Lo Straniero

Sul palco dell'Hiroshima Mon Amour questa sera (17 maggio) con mia grande sorpresa suonano in apertura ai Sick-Tamburo, Lo Straniero, band piemontese di cui avevo ascoltato solamente il primo album senza averli visti live.
Nascono nel 2014, su oltre seicento partecipanti sono fra i sei finalisti del RockContest di Controradio, vincitori del “Premio De Pascale” per il miglior testo in italiano (Speed al mattino) scelto e consegnato da Cristina Donà. Questa tappa a Torino è l'occasione non solo di vedere la loro attitudine sul palco, ma anche capire la loro evoluzione tra i due album della band, “Quartiere Italiano” il secondo uscito nel 2018 per Tempesta Dischi.
All'inizio del live non vi è ancora molta gente ma piano piano, forse il cessare della pioggia, il pubblico arriva e i 5 ragazzi crescono di canzone in canzone, conquistando sia i loro fan che in prima fila cantano le canzoni, sia anche chi non li conosceva con il loro synth-pop rock dal retrogusto di Ustmamò. Purtroppo il live dura poco, solo mezzora, da cui però si può capire le potenzialità del piacevole alternarsi delle voci di Giovanni Facelli e Federica Addari, che scorrevano in modo naturale tra le loro melodie pop.
L'augurio è di rivederli in un live più lungo con il quale, a mio avviso, potrebbero offrire una performance degna di un altrettanto più nutrito pubblico.
Dopo il synth-pop de Lo Straniero, ecco salire sul palco i Sick Tamburo, anche se non sono conosciuti sul mercato mainstream i componenti di questo gruppo hanno fatto la storia del punk anni 90 italiano. Dopo aver cavalcato come band iconica gli anni 90, tra dischi pieni di disagio giovanili (ben 5 album all'attivo) e un punk nudo e crudo, a ormai 20 anni  dall'uscita di “acido acida”,   il buon Gian Maria Accusani e Elisabetta Imelio  ex membri dei Prozac+ hanno formato i Sick Tamburo e questa sera a Torino per presentare live il loro quinto lavoro di studio intitolato “Paure e l'amore” sempre sotto “La Tempesta Dischi”.
Il locale si riempie ancora di più dell'opening act e le canzoni del nuovo album scorrono veloci tra i piccoli poghi improvvisati e sornioni cori alle loro canzoni dei precedenti album. Gian Maria e soci a mio avviso offrono un live “maturo”, come maturo è il loro ultimo lavoro di studio, apprezzabile dai più nostalgici la canzone “Betty tossica” come penultima in scaletta per concludere con la punk-melodica “Lisa ha 16 anni “. Un esibizione live di sostanza, ma sempre dal retrogusto punk che li distingue, e che spinge i Sick Tamburo a conquistare un pubblico più attento ai loro testi.

Articolo di Giovanni D'Antonio
Foto di Martina Caruso

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