JEMM MUSIC PROJECT: L'INTERVISTA AL COLLETTIVO ALTOATESINO FUORI CON IL NUOVO ALBUM 'PULSE', TRA SONORITA' AFRO E PROG JAZZ

JEMM MUSIC PROJECT: L'INTERVISTA AL COLLETTIVO ALTOATESINO FUORI CON IL NUOVO ALBUM 'PULSE', TRA SONORITA' AFRO E PROG JAZZ

Pulse combina influenze africane, caraibiche ed elettroniche. Quali vostre esperienze personali o artistiche hanno contribuito alla sua creazione?
 
Ognuno di noi ha un percorso musicale diverso, con esperienze in vari generi musicali. Max é un collezionista di strumenti a percussione di tutto mondo, contribuisce e porta nei JEMM timbriche e ritmiche etniche, rielaborate e personalizzate. Mirko ha una formazione classica e jazz, ed é considerato tra i principali suonatori di vibrafono nell'ambiente nazionale. La sezione fiati composta da Matteo e Hannes, é molto unita ed espressiva, avendo entrambi alle spalle un lungo percorso nell'ambito del Jazz in formazioni ridotte come nelle big band. Il basso di Marco e la batteria di Andrea sono il cuore pulsante del gruppo, coppia consolidata da diverse collaborazioni negli anni in diversi gruppi e generi musicali che vanno dal Rock al Jazz.
 
Karanga, la traccia d'apertura, è stata ispirata da un balafon ghanese di oltre 40 anni. Qual è la storia di questo strumento e come ha influenzato il vostro processo creativo?
 
Questo Balafon é stato acquisito in Ghana, da un nostro caro amico musicista ormai piú di 30 anni e fa ed é stato fermo per altrettanti. Quando Max ha poi acquisito lo strumento é riuscito a dargli una seconda vita. Lui stesso l'ha accordato in 442 Hz per essere in sintonia con il vibrafono, che é un elaborazione moderna in metallo di questo strumento, che dall'Africa ha raggiunto le Americhe. Max ha giá usato un'atro balafon di origine guineana nell'ultimo disco, che ha un suono squillante e acuto, mentre questo nuovo/vecchio Balafon ha un carattere piú scuro, piú tribale, che sembra riesca ad animare gli spiriti. Oltre a Karanga questo balafon ghanese é anche alla base del brano Safari, un brano che piace molto a noi e al nostro pubblico. 
 
 
Aldo Betto dei Savana Funk ha dato un contributo importante con le sue chitarre e synth. Come si è sviluppata questa collaborazione, è stata la prima volta in studio?
 
Aldo Betto é un amico e un collega musicista che noi stimiamo e ammiriamo molto. Max ha collaborato giá anni fa con lui nel Quartetto Desueto e poi spesso con i Savana Funk, registrando nei loro dischi e suonando le percussioni nei concerti con loro dal vivo. Oltre ad essere un chitarrista eclettico e innovativo, ha anche un ottimo gusto musicale negli arrangiamenti e nella visione di un prodotto musicale. Ci piaceva l'idea di lavorare con lui in veste di "produttore" e "sound designer" per donare colori diversi ai brani. Devo dire che la collaborazione ha funzionato molto bene e i brani hanno acquisito spazialitá di suono e hanno dato un tocco discografico al nostro album. 
 
Come si sono evoluti i JEMM Music Project dopo l'album Hive e quali nuovi orizzonti avete esplorato con Pulse?
 
Innanzitutto in questo album c'é stato un grande coinvolgimento compositivo da parte di vari membri del gruppo. Questo ha portato un suono nuovo ed unito. Il brano Afrodisiac per esempio é stato arrangiato in studio in fase di registrazione, partendo da una base creata da Max con il Taishokoto modificato con il wah wah. Il Taishokoto, strumento a corde di origine singaporiana dona al nuovo disco un sound diverso, piú rock, progressivo e grazie all'uso degli effetti anche un suono piú pieno e spaziale. 
 
Se poteste scegliere un nome internazionale, con chi vi piacerebbe collaborare?
 
In realtá non abbiamo degli idoli musicali, bensí ci importa delle attitudini musicali. A noi piace collaborare con musicisti che suonano con passione, che usano il propio strumento per esprimere le proprio emozioni e riescono ad integrarsi ed interagire facilmente con altre persone. Quindi siamo aperti alle anime belle, meno attratti dalla popolaritá di un musicista. 
 
Avete partecipato a festival internazionali come il Jazz à Juan e il Festival Jazz au Chellah. Come vengono accolte le vostre contaminazioni sonore all'estero?
 
Devo dire che la nostra musica viene sempre accolta gioia e coinvolgimento ovunque noi suoniamo. In Francia, in Belgio e soprattutto in Marocco abbiamo sentito peró un entusiasmo particolare. La nostra musica strumentale accoglie vari elementi di  culture musicali extraeuropee e crea dei ponti tra le culture. Questo fattore riusciamo proprio a leggerlo negli occhi di chi ci ascolta, specialmente quando l'ascoltatore proviene dai paesi nei quali sono nati gli strumenti etnici di Max. 
 
Pulse rappresenta un nuovo capitolo per voi e per la label 12Ville. Quali sono i vostri obiettivi futuri sia come band che come parte di questa nuova etichetta?
 
Siamo felici che in Alto Adige sia nata una nuova etichetta aperta a vari generi musicali, e che si sia interessata al nostro lavoro. La collaborazione é iniziata molto bene e ci auguriamo di poter continuare in questo modo. Stiamo progettando di creare un remix con un cantante e un singolo nel 2025 e poi si vedrá.
 
Ci sono piani per portare Pulse in tour nella prossima primavera o siete concentrati in studio di registrazione su altri inediti o remix?
 
Stiamo progettando concerti per il 2025, il primo sará il 3 gennaio nel rinomato Park Hotel Laurin a Bolzano, che regolarmente propone musica dal vivo nell'ambito jazzistico e di contaminazione. A marzo saremo al Fiemme Ski Jazz e ad aprile vorremmo visitare il Jazzahead in Germania, con l'intento di presentare il nostro album ad organizzatori di tutt'Europa.
 
Nightguide è molto attento alla scena dei club, dei concerti. C'è un aneddoto legato a un club o festival di Bolzano e dintorni, del presente o del passato, che vi ha reso orgogliosi della vostra città?
 
Purtroppo la scena dei club altoatesina é minimale. Ci sono tanti festival nella stagione estiva, ma per sale concerto al chiuso di una certa dimensione abbiamo veramente poche possibilità. Nonostante ciò, siamo riusciti a presentare il nostro disco "Pulse" nel mese di ottobre in tre location molto interessanti attorno a Bolzano, con un pubblico coinvolto attento e molto interessato: Treibhaus ad Innsbruck (tempio della musica alpino per eccellenza), UFO a Brunico (centro giovanile con una sala concerto molto ben attrezzata) e il Steinegg Live (un festival altoatesino storico con piú di 30 anni di esperienza).  
 





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