Digital Life. Usi e costumi dell’era moderna nel nuovo libro di Giorgio Capellani
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16/10/2019 | Bookpress
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Crescere nell'era digitale di Giorgio Capellani. Recensione.
Casa editrice: Edilibri
Brossura cucita: 14,5 x 21 cm
Pagine: 176
Prezzo: Euro 16,00
ISBN: 978-88-86943-86-
“Il primo errore è che i genitori non conoscano in profondità la materia e gli effetti delle tecnologie digitali”, lo afferma Giorgio Capellani, autore del libro “Crescere nell'era digitale. L'uso delle nuove tecnologie nell'infanzia, nell'età scolare e adulta: quale futuro?”. La responsabilità, però, non è solo della famiglia, anche della scuola che ha avuto un duplice e contrastante approccio:
Entusiasmarsi per le tecnologie investendo fondi in lavagne digitali e aule informatiche senza formare opportunamente gli insegnanti e, allo stesso tempo, investire in nuovi approcci didattici su contenuti tradizionali;
Trascurare il problema non introducendo corsi di cittadinanza e alfabetizzazione digitale che sono il necessario prerequisito culturale all'utilizzo delle tecnologie.
Analisi in controtendenza è quella che fa sulle fashion blogger. Chiara Ferragni docet. Per lo scrittore, tali figure hanno sostituito romanzi di formazione e relazioni con educatori e adulti. Il problema è che i contenuti, da loro promossi, hanno finalità commerciali. “Creare e influenzare consumatori tramite le tecnologie è un'involuzione antropologica” - afferma - “non un processo evolutivo. Ovviamente la responsabilità è degli utenti che sempre di più non si creano una propria coscienza autonoma, ma adottano ciò che viene loro proposto”.
Capellani, ingegnere mancato e insegnante, dedica un libro ai bambini, nel senso che ha voluto fornire ai genitori e agli educatori alcuni strumenti per orientarsi e gestire meglio il digitale. Oggi, alle soglie quasi del 2020, la lettura della carta stampata non dovrebbe finire in cantina, perché leggere testi sullo schermo ci abitua a fruire dei contenuti velocemente e incoraggia a gestire il multitasking, aumentando il nostro potere di distrazione. Sottolineare un libro con la matita, al contrario, presuppone un approccio diverso. C'è un non so che di romantico nello sfogliare i libri e poterli vedere allineati in libreria.
Da specificare che lo schermo riduce le capacità d'interagire con la realtà e di accrescere le qualità personali. Dunque, se mortifichiamo il cervello per diverse ore al giorno con contenuti artificiali, non rendiamo omaggio a questo meraviglioso organo. Il resto lo lascio alla lettura del libro per gli approfondimenti neurologici e per i meccanismi che si possono ingenerare. Maura Remordini
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https://www.facebook.com/giorgio.capellani
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