Tommaso Di Giulio - “Lingue”

Tommaso Di Giulio - “Lingue”

Esce il 30 marzo, per la Leave Music, “Lingue”, il nuovo disco di inediti di Tommaso Di Giulio. Cantautore e musicista, Tommaso è anche autore per altri artisti e compositore di colonne sonore per il teatro, il cinema e prodotti audiovisivi. E' sua la canzone “Disordine d'Aprile” di Max Gazzè e la colonna sonora di “Dieci Storie Proprio Così”, un film prodotto da Rai Cinema.
Distante tre anni da “L'ora solare”, “Lingue” racconta il bisogno di imparare a comunicare in modi diversi da quelli che conosciamo, di come occorra una lingua nuova per relazionarsi con una persona fondamentale della tua vita che viene colpita da una malattia che velocemente sottrae la memoria, l'autosufficienza e la percezione della realtà, o almeno di quella che condivide la maggior parte della gente.
“Lingue” parla di viaggi in altre terre, di chi arriva da lontano, parla del sesso e delle sue proprietà magiche. E' un disco pieno di corpi, che si muove per opposizioni tra luce ed ombra, sconfitta e resistenza, razionale ed irrazionale, l'amore ed il suo contrario.
Tommaso Di Giulio vi ha inserito dieci canzoni elettriche che, per la prima volta per il cantautore, sono legate da un suono omogeneo ma profondamente originale. Ci sono l'amore per la psichedelia inglese e per le tre sacre B - Bowie, Battiato e Battisti - espresso non come citazione o imitazione di uno stile, ma ispirazione, traduzione personale di un suono o di una interpretazione della realtà.
 
Il titolo “Lingue” nasce dal fascino esercitato dall'espressione inglese “speaking in tongues”, che indica la glossolalia, una parola già usata dai Talking Heads che significa "parlare in altre lingue” e indica la pronuncia di ciò che sembra una lingua esistente ma è ignota a chi parla o a chi ascolta, parole mistiche e magiche, suoni ancestrali o sillabe apparentemente senza senso, come quelli che a volte sentiamo nei rituali religiosi di varie culture.
 
Premendo play su questo disco, la prima canzone che incontriamo è - appunto - 'Canzone per S', ove la S sta per Sergio, il padre dell'artista. In essa si parla della difficoltà e della solitudine di gestire una malattia che estrania chi ne è affetto generando impossibilità di comunicare con le parole, o quantomeno soltanto con quelle che si conoscevano prima. “Canzone per S” è stata registrata alle 3:00 del mattino, e per l'autore è stata catartica e liberatoria. La seconda traccia è 'A chi la sa più lunga', che emerge da una desolazione circostante, da un mondo post (o meglio “pre”) apocalittico che sembra pronto ad implodere (come forse sta facendo realmente) in cui solo l'amore e un rapporto speciale può condurre ad un cambiamento o almeno ad un'isola di salvezza. Ma che lo fa invitando alla resistenza; 'Da lontano' è una carrellata di immagini e situazioni che ho avuto modo di osservare nei mesi precedenti alla scrittura della canzone, filtrate dall'allegoria e trasfigurate a seconda dei casi.
'Il mese più caldo' è estiva già dall'intro, un po' vintage, ed è una canzone sulla forza liberatrice e catartico del sesso. Ne sono protagonisti due innamorati che si ritirano da tutto e tutti e fanno l'amore dimenticando il caos, il mondo fuori e persino il freddo.
Ci sono degli innamorati anche su 'L'acqua su Marte', che intraprendono un viaggio interstellare per innescare la scintilla del cambiamento e tornare sulla Terra diversi, possibilmente migliori.
È il tema della sconfitta quello di 'Le notti difficili', i cui risvegli sono ancora peggiori. Si tratta di un brano sulla paura (e su alcune paure in particolare, quelle su cui ci si accorge di non poter esercitare nessun controllo) e sui modi per provare a sconfiggerla.
 
La settima traccia si intitola 'Prendiamo esempio', scritta il giorno dopo l'attentato al Bataclan di Parigi.
Mentre 'L'umidità si fregia di echi da “Prendiamo esempio” raccontando un punto di vista diverso.
Con 'Piangi pure' torniamo ai sentimenti, ed il cantante parla del proprio padre, con un invito ad accettare la propria fragilità e quella altrui, anche di chi si credeva invincibile. Chiude il disco 'Quello nello specchio', un autoritratto di Tommaso Di Giulio che, come in ogni nota di questo suo introspettivo disco, narra gli alti e i bassi della vita di un giovane sognatore.

Recensione, tommaso di giulio, “lingue”

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