Apparat e il suo nuovo Soundtrack Lives

Apparat e il suo nuovo Soundtrack Lives

Prendete ad esempio, per una più completa comprensione dello spettacolo che si è svolto lo scorso Venerdì a Roma, i dettagli di una litografia.
 
A osservarla da una distanza estremamente ravvicinata, si moltiplicano le innumerevoli linee a comporre l'immagine, tanto da confondere l'occhio; l'assemblaggio di una elaborata serie di tratti origina una rappresentazione impeccabile e per nulla basilare.
 
Apparat, al secolo Sascha Ring, ha calcato il palco dell'Auditorium Parco della Musica il 2 Ottobre, esibendosi con un complesso di cinque elementi nelle Soundtracks Live, collezione dei suoi maggiori successi impreziosita da brani da colonna sonora (occorre ricordare che nel 2014 il maestro Martone ha coinvolto il musicista tedesco nella realizzazione della soundtrack della pellicola Il Giovane Favoloso).
 
La rinomata eleganza che contraddistingue Ring, in attivo dal 2002 con una produzione prevalentemente elettronica e techno -vedi alla voce: Moderat, super gruppo costituito dalla collaborazione fra Apparat e Modeselektor- e contaminata dalla musica classica, si conferma ed intona alla cornice della Sala Sinopoli, scelta logistica che si rivela vincente.
 
La data romana è andata sold out la stessa sera di Venerdì, proponendo in opening il consumarsi di un'esperienza tanto uditiva, quanto sensoriale: di tale intensità sono state, infatti le percezioni evocate dal trio berlinese Prairie. Sullo sfondo si susseguono visuals raffiguranti frequenze non sintonizzate su cui appaiono frasi d'amore e di ricordo, e la corsa estenuante di una muscolosa leonessa che rincorre la sua preda. L'inquietudine si fa mistica, cupa ed evocativa, rapisce completamente l'ascoltatore nel vortice di una fuga verso qualcosa che resta, tuttavia, vago ed indefinito, aumentando ulteriormente la tensione.
 
Alle 22 esatte, come precedentemente annunciato, Apparat ed i cinque ad affiancarlo si presentano al pubblico, accolti da applausi entusiasti. Il silenzio si impone sovrano dopo qualche minuto, quasi religioso. Cominciano a delinearsi i dettagli di cui in principio ho scritto, suoni differenti, ma essenziali, che provengono da ognuno degli elementi presenti. Difficile risulta identificare la fonte di ciò che si ascolta, l'attenzione viene catalizzata da ogni musicista senza che si possa bene comprendere chi produca cosa, nell'affollarsi di linee che creano la bellezza del tutto.
 
Il livello di bravura degli artisti è impressionante. Non esclusivamente l'angelica voce di Ring, ma il talento dei musicisti tutti intorno letteralmente non dà modo di perdere un attimo della composizione, ché si rischia di risvegliarsi da un sogno. Anche la parte visiva suscita effetto analogo, grazie al contributo live dei Transforma, ancora una volta da Berlino, alle prese con la strutturazione di immagini contemporanea alla parte sonora, sfruttando frammenti di vetro e giochi di luce che disegnano, traccia dopo traccia, una galassia, una luna che sale in cielo, figure geometriche ipnotizzanti.
 
Archi, percussioni, tastiera, drum machines. I due agli archi passano a suonare con le bacchette da timpano, Ring si alterna alla chitarra elettrica, il tastierista ha davanti un synth. Pochi i brani cantati, a lasciare maggiore spazio ad una cultura del suono pulito e ininterrotto. In un frangente che dura qualche manciata di secondi, Apparat ed i suoi compagni, disposti seduti a semicerchio, si trovano tutti inclinati sui propri strumenti nello stesso verso, e la resa scenica è quasi scultorea.
 
 
Il live si conclude dopo un'ora e quaranta minuti di incanto. La band lascia temporaneamente lo stage prima del tradizionale bis, che chiuderà lo show con una bellissima e raccolta performance di Apparat in Arcadia, a cappella.
 
Il pubblico esplode in un fragoroso delirio, la standing ovation è doverosa. Quello che è stato offerto è un esemplare in estinzione di buon gusto, precisione musicale chirurgica e fascino: i tratti si sono uniti a comporre un quadro che è un'opera d'arte.
 
 
 
Laura Caprino

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