Nessun nuovo titolo per il quarto album de Il Teatro degli Orrori, che uscirà omonimo il prossimo 2 ottobre.
Alcune novità importanti riguardano invece la band, con l'entrata in formazione di Kole Laca alle tastiere elettroniche e Marcello Batelli alla chitarra elettrica ad affiancare Gionata Mirai, che assieme a Giulio Favero, Pierpaolo Capovilla e Francesco Valente rappresentano lo zoccolo duro del Teatro degli Orrori, band che nel panorama nostrano rimane l'unico esempio capace di portare in cima alle classifiche un rock duro e violento.
Basta iniziare facendo play sul primo brano, “disinteressati e indifferenti” per arrivare ad una facile conclusione: Mai stuzzicare Pierpaolo Capovilla e la sua allegra brigata!
Le critiche piovute sul suo album solista (tra l'altro prova cantautore sottovaluta e che a distanza di un anno rimane fresca e profonda come poche altre opere prime), per non parlare dell'ultimo lavoro degli One Dimensional Man, massacrato dai più, e dell'ultimo capitolo TDO quel “Il Mondo Nuovo” anch'esso non proprio gradito dai fan della prima ora dopo le ovazione ai precedenti “Dell'Impero delle Tenebre” inarrivabile -fino ad oggi?- e “A Sangue Freddo”, vero best seller della band, trovano una risposta secca e senza appello in questo nuovo album.
Come dicevo, mai stuzzicarli, oppure potrei anche dire: avete fatto benissimo a stuzzicarli perché la reazione è quanto di meglio si potrà sentire da qui a molto tempo a venire nel panorama rock italiano.
Dodici canzoni, dodici proiettili sparati in sequenza micidiale con il marchio di fabbrica della cura dei suoni e delle linee di basso feroci di Giulio Ragno Favero.
I suoni, come anticipavo, tornano ad essere violenti e di impatto come nell'Impero delle Tenebre, e i testi sono quelli del miglior Capovilla, capace di parlare anche di temi banali, nel loro essere ormai inflazionati, senza mai farli sembrare tali (figuriamoci quando tocca temi ben più profondi) e di accompagnarli con un uso teatrale della voce che è da sempre il suo forte.
Gli argomenti toccati sono molteplici, come da repertorio, e sebbene ogni canzone abbia un tema ben definito, dalla cocaina al PD, passando per l'industria farmaceutica il conformismo i tso e il g8, in ogni brano ci sono spunti di riflessione o attacchi diretti a tanti altri aspetti “malati” della nostra società, nonché le immancabili e sempre notevoli citazioni letterarie che tanto piacciono al nostro Pierpaolo.
Un'opera che oggi ci voleva, ancora più che in passato: come avere un ordigno esplosivo appoggiato sul comodino al posto della solita noiosa sveglia digitale.
Se le nostre coscienze musicali non si svegliano con questo “il Teatro degli Orrori” allora davvero non c'è più speranza.
“Uno su mille ce la fa, stai a vedere che sei proprio tu!”
Mathias Marchioni