Vinarius - Monopoli (Ba) - D'Angela - Scarafile-Angiuli-Grimaldi

Vinarius - Monopoli (Ba) - D'Angela - Scarafile-Angiuli-Grimaldi

Monopoli si conferma città attenta alla cultura e foriera di gradite novità non solo squisitamente estive. Il Vinarius è un music-cafè-restaurant dalle accoglienti ed eleganti linee architettoniche, ben organizzato ed ubicato in una zona piuttosto decentrata che consente una utile facilità di parcheggio per l'autovettura. Gli arredi, tra l'etnico e l'arte povera, ben si sposano sia con le vivande che con le scelte di entarteiment operate dalla gestione che, oculatamente, ha inteso affidare la direzione artistica al M° Gabriele D'Angela, esperto e talentuoso chitarrista barese. D'Angela ha visto bene nel voler creare un'alternativa ai diversi locali dell'area già attenti alla musica jazz e che offrono sempre più numerosi (meno male!) "live concert" . L'alternativa proposta è quella della jam session "vera" non artata e preparata, ma quella che nasce dall'impulso.
Lo "start" è dato da un trio o quartetto che, nel corso dell'esecuzione, si scompone e si ricompone con altri musicisti, professionisti e non, che s'intercambiano. Il locale è frequentato, infatti, da diversi musicisti che, con una sorta di " tam-tam", si danno appuntamento al Vinarius. La concierge improvvisa attraversa le sonorità jazzistiche - e non solo quelle - passando dal be bop al mainstream, ma senza trascurare le frasi più forti dell'avanguardia e, in alcuni casi toccando le note del soul. Il tutto magistralmente coordinato da Gabriele D'Angela che armonizza, soffusamente, le capacità espressive degli interventi. Il Venerdì è la giornata dedicata a tale vernissage che, per alcuni avventori, è una sorta di overture della "notte", per altri è un vero e proprio appuntamento " a sorpresa". Si alternano nel piccolo spazio-palco le realtà musicali pugliesi (ma non solo, l'esperienza tende ad allargarsi verso differenti orizzonti nazionali) che regalano emozioni al pubblico che può assaporare le sonorità diffuse alla stregua delle pietanze servite ed arricchite dalla considerevole cantina del Vinarius. La performance del 19 novembre ha visto coinvolti quattro ottimi musicisti pugliesi: Nico Grimaldi alla batteria, Francesco Angiuli al contrabbasso, Fabrizio Scarafile al sax tenore oltre al direttore artistico, sempre in prima linea, Gabriele D'Angela ala chitarra. Sin dalle prime note si mette in evidenza l'interplay del quartetto che, occorre sottolineare, abitualmente non suona insieme. E ciò lascia interdetti: infatti, i quattro artisti sembrano essere in perfetta sintonia, anzi, simbiosi, soprattutto nei passaggi di nota tra il sax di Scarafile e la chitarra di D'Angela. Ascolto un ottimo be bop, veramente ben eseguito. Scarafile e D'Angela rincorrono le note e s'inerpicano in soli d'alta classe. La sessione ritmica segue e sorregge i fraseggi armonici dettandone i tempi e schiudendosi in ritmi sapientemente elaborati, tesi a stimolare sia il sax che la chitarra. Angiuli, come al solito, regala momenti d'intense vibrazioni. Riesce, con le sue cavate, a stimolare le frequenze cardiache. Anche Grimaldi non si lascia pregare e lascia la ritmica ben sostenuta per lanciarsi in dei soli d'ottima fattezza. Ha un drumming forte, ma sa anche essere lezioso al punto giusto; s'inserisce sempre con garbo a sorreggere ora i soli di D'Angela ora quelli di Scarafile. L'esecuzione del classicissimo "Body and soul" esalta la voce di Scarafile che tiene la nota e la esaspera dolcemente, mantenendo una grande concentrazione. I soli di D'Angela sono sempre precisi e fortemente armonici. La cantabilità di Stella by Starlight viene esaltata dal tocco vellutato di D'Angela, che smuove una ad una le corde della chitarra, e dalla voce possente del sax di Scarafile( ne sentiremo parlare di questo ragazzo!) Il dialogo ritmico del "solito" Angiuli( oramai non più una speranza, ma una solida certezza) e di Grimaldi stacca le note armoniche e le esalta. L'intensa esecuzione si è consumata fin troppo velocemente, mentre sullo sfondo venivano proiettate le immagini di films anni '50/'60 che ben si sposavano con il sound diffuso.
Alceste Ayroldi - Jazz Convention year 2004
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