Aria di polemiche alla presentazione di "Veline", lo show
che condurrà su Canale 5 da lunedì l'ex di "Libero"
SENIGALLIA - "La Rai ha minacciato di farmi pagare una penale dai 3 mila ai 18 mila euro se parlerò ancora di Fabrizio Del Noce". Ma Teo Mammucari, alla presentazione a Senigallia di Veline (in onda su Canale 5 dal 7 giugno, alle ore 20.30), pare tutt'altro che preoccupato e ribadisce, come aveva già fatto di recente in alcune interviste, che il direttore di Raiuno ce l'ha con lui.
"Non so proprio perché, io non l'ho mai offeso" spiega il conduttore della seconda edizione del programma da cui usciranno le due nuove veline di Striscia la notizia. "Qualche mese fa sono andato nel suo ufficio con Sergio Japino e manco mi ha riconosciuto. Ha impedito la mia partecipazione allo show di Fiorello, e lo stesso è accaduto con la Carrà e con il programma di Panariello della prossima stagione. La Endemol mi ha indicato come presentatore per una nuova trasmissione e lui ha detto: tutti tranne Mammucari. A Libero, la Rai mi ha persino tagliato l'intervento di una ragazza di nome Fabrizia: pensavano che l'avessi invitata apposta. Se questo non è fascismo...".
Parla a ruota libera, tanto per i prossimi due anni il lavoro ce l'ha assicurato: "Ho firmato con Mediaset" rivela "per "Veline", ma anche per una seconda serata al posto del "Maurizio Costanzo Show". Il giorno è ancora da stabilire. Tutt'altra cosa rispetto a Libero, posso solo dire che il titolo che gli ho dato io è "Cra, casa di recupero artisti".
Anche Antonio Ricci, padre di Striscia e di Veline, rivela di avere ricevuto due denunce da Del Noce, con richiesta di risarcimento danni "altissima": "Ci accusa di averlo chiamato Noisette, ma quel soprannome glielo hanno dato in collegio, e lo usavano pure al Tg1. E poi è arrabbiato per la presa in giro del famoso bacio di Fiorello". Ricci non ha perso occasione per sparare contro Paolo Bonolis: "Mai stati amici. L'ho chiamato a Striscia quando non lo voleva più nessuno. Ma se per strada soccorri un lebbroso, non per questo gli sei amico".
di Paolo Zanca