CAPELLO alla juve!!!
E' stato ingaggiato con un contratto triennale da 3 milioni di euro all'anno, meno di quanto percepito a Roma. Lo ha ufficializzato la società bianconera. A Roma, nelle radio e nei siti, i tifosi non lo perdonano: "Traditore" > La scheda di Don Fabio
Sarà Fabio Capello il nuovo allenatore della Juventus.
Il mister friulano lascia la Roma. Lo ha ufficializzato la società bianconera. La notizia era stata anticipata oggi da alcuni quotidiani.
Il tecnico ha firmato ieri sera un contratto triennale da 3 milioni di euro all'anno. Il suo stipendio sarà notevolmente inferiore a quello percepito nella società giallorossa.
Il colpo di scena è notevole: cadono, quando sembravano in dirittura d'arrivo, le candidature di Deschamps e Prandelli.
La scelta della società bianconera sarebbe dovuta anche al suo carisma e alla sua capacità di trattare e migliorare i giocatori, anche quelli caratterialmente meno facili.
La trattativa doveva essere avviata da tempo.
Una "spia" sarebbe stato l'acquisto di Zebina, un "pallino" di Capello.
Colpo grosso, in negativo, anche per la Roma. Senza Capello potrebbe diventare più problematica la permanenza di Francesco Totti all'impero dei Sensi, messo in crisi da un bilancio magro.
La perdita di Capello (uno scudetto e due secondi posti nella capitale) è un ulteriore impoverimento della Roma - che proprio in questi giorni ha perso appunto Zebina, Samuel (andato a rinforzare la debole difesa dei "Galacticos" di Madrid), mentre Emerson ha già praticamente dato l'addio ai tifosi.
Per la Juventus il suo arrivo rappresenta un grosso colpo di immagine e un indiscutibile rafforzamento dello staff tecnico. Segna anche un leggero cambio di linea, perché Fabio Capello vuole contare molto in tutte le decisioni, comprese quelle di mercato.
Diventa più credibile il progetto di rilancio, imperniato sull'allenatore con più scudetti in bacheca.
Stupore e rabbia.
Questi i sentimenti dei tifosi della Roma appena appresa la notizia del passaggio di Fabio Capello alla Juve.
L'ira degli ultrà della Roma va in onda attraverso le varie emittenti radiofoniche, come Rete Sport e Radioincontro, con i conduttori che non fanno altro che leggere messaggi infuriati dei tifosi nei confronti dell'ormai ex tecnico giallorosso.
"Peripatetico e traditore", sono le parole più usate dai sostenitori di fede giallorossa. Che proprio non hanno mandato giù "l'atteggiamento da parte del tecnico", soprattutto dopo quello che ha detto alla fine del campionato, ma anche per "non aver avvertito nessuno in società".
Più di qualche tifoso, inoltre, comincia a capire il comportamento dei due giocatori "Zebina e Emerson", insinuando che "l'orchestratore di tutto, magari, è lo stesso Capello".
La cosa che spaventa molto i tifosi della Roma è il pericolo di "ridimensionamento" che potrebbe coinvolgere la Roma dopo l'addio di Capello.
Infine, sempre nelle radio della Capitale si prova a fare una sorta di toto-allenatore per l'anno prossimo.
Ebbene, in molti rivorrebbero Zeman, ma non dispiace affatto il nome di Cesare Prandelli, reduce un'ottima stagione alla guida del Parma e che, secondo i tifosi, sarebbe il più indicato a prendere il posto di Capello.
"MAI ALLA JUVE"
Quando Capello parlava da romanista
Fabio Capello, per la seconda volta nella sua carriera, prima da giocatore e poi da tecnico, lascia la squadra giallorossa per la Juventus.
Friulano, di Pieris, Capello è nato il 18 giugno 1946, comincia la carriera alla Spal nel 1964. Centrocampista solido e dotato di un'ottima visione di gioco, passa alla Roma nel '67 quando in panchina c'è Oronzo Pugliese.
Con l'arrivo di Helenio Herrera, Capello diventa uno dei perni della formazione giallorossa che nel 1969 conquista la Coppa Italia.
Anche in quegli anni, il bilancio obbliga il presidente giallorosso Alvaro Marchini a cedere i pezzi migliori della rosa: Luciano Spinosi e Fausto Landini, oltre a Capello, finiscono alla Juventus. In maglia bianconera Capello vince tre scudetti e conquista il posto di titolare in nazionale. Nel 1976 passa al Milan e gioca ancora due stagioni.
Rimane nella societá rossonera fino al '91 come responsabile del settore giovanile e avvia la sua carriera di tecnico.
Dopo la fine dell'era di Arrigo Sacchi, Capello prende la guida dei rossoneri. In cinque anni vince 4 scudetti, una Champions League, una Supercoppa europea e una Supercoppa italiana. Nel 1996 lascia l'Italia e va a guidare il Real Madrid: vince il titolo della Liga. Nell'estate successiva, il Milan lo riporta in Italia. Il ritorno, però, non dá i frutti sperati. I rossoneri vivono un'annata mediocre e, alla fine della stagione 97/98, Capello lascia. Un anno di pausa, poi comincia l'avventura sulla panchina della Roma.
E da allenatore-tifoso diceva: "Mai alla Juve". Poi le cose della vita, e soprattutto una firma in calce a un contratto, cancellano tutto. Così si può spulciare tra le dichiarazioni del passato, nemmeno tanto remoto, e scoprire parole di verso opposto ai fatti. Del resto, chi lo ha detto che non si può cambiare idea?
Aprile 2003. Fabio Capello si appresta ad affrontare al Delle Alpi la Juventus da allenatore della sua Roma. E alla domanda se tornerebbe da tecnico nella società che lo ha visto vincere da calciatore risponde con un no garbato ma altrettanto netto. "È una squadra che non m'interessa", dice. "Apprezzo la società, ma il mio è un discorso personale.
Dico certe cose forse anche per l'età che ho, perché per quello che ti permette di fare chiunque vorrebbe andarci, ma io no. Poi è già ben allenata".
Febbraio 2004. "Io alla Juventus? Non andrei mai ad allenare i bianconeri che reputo comunque, in assoluto, tra le prime cinque società al mondo".
Così Capello lo scorso 7 febbraio. "Il fatto che io non vada ad allenare la Juve non significa che non mi abbiano cercato. Rispetto la società, ma a me non interessa andare lì: sono scelte di vita".
ANSA
Sarà Fabio Capello il nuovo allenatore della Juventus.
Il mister friulano lascia la Roma. Lo ha ufficializzato la società bianconera. La notizia era stata anticipata oggi da alcuni quotidiani.
Il tecnico ha firmato ieri sera un contratto triennale da 3 milioni di euro all'anno. Il suo stipendio sarà notevolmente inferiore a quello percepito nella società giallorossa.
Il colpo di scena è notevole: cadono, quando sembravano in dirittura d'arrivo, le candidature di Deschamps e Prandelli.
La scelta della società bianconera sarebbe dovuta anche al suo carisma e alla sua capacità di trattare e migliorare i giocatori, anche quelli caratterialmente meno facili.
La trattativa doveva essere avviata da tempo.
Una "spia" sarebbe stato l'acquisto di Zebina, un "pallino" di Capello.
Colpo grosso, in negativo, anche per la Roma. Senza Capello potrebbe diventare più problematica la permanenza di Francesco Totti all'impero dei Sensi, messo in crisi da un bilancio magro.
La perdita di Capello (uno scudetto e due secondi posti nella capitale) è un ulteriore impoverimento della Roma - che proprio in questi giorni ha perso appunto Zebina, Samuel (andato a rinforzare la debole difesa dei "Galacticos" di Madrid), mentre Emerson ha già praticamente dato l'addio ai tifosi.
Per la Juventus il suo arrivo rappresenta un grosso colpo di immagine e un indiscutibile rafforzamento dello staff tecnico. Segna anche un leggero cambio di linea, perché Fabio Capello vuole contare molto in tutte le decisioni, comprese quelle di mercato.
Diventa più credibile il progetto di rilancio, imperniato sull'allenatore con più scudetti in bacheca.
Stupore e rabbia.
Questi i sentimenti dei tifosi della Roma appena appresa la notizia del passaggio di Fabio Capello alla Juve.
L'ira degli ultrà della Roma va in onda attraverso le varie emittenti radiofoniche, come Rete Sport e Radioincontro, con i conduttori che non fanno altro che leggere messaggi infuriati dei tifosi nei confronti dell'ormai ex tecnico giallorosso.
"Peripatetico e traditore", sono le parole più usate dai sostenitori di fede giallorossa. Che proprio non hanno mandato giù "l'atteggiamento da parte del tecnico", soprattutto dopo quello che ha detto alla fine del campionato, ma anche per "non aver avvertito nessuno in società".
Più di qualche tifoso, inoltre, comincia a capire il comportamento dei due giocatori "Zebina e Emerson", insinuando che "l'orchestratore di tutto, magari, è lo stesso Capello".
La cosa che spaventa molto i tifosi della Roma è il pericolo di "ridimensionamento" che potrebbe coinvolgere la Roma dopo l'addio di Capello.
Infine, sempre nelle radio della Capitale si prova a fare una sorta di toto-allenatore per l'anno prossimo.
Ebbene, in molti rivorrebbero Zeman, ma non dispiace affatto il nome di Cesare Prandelli, reduce un'ottima stagione alla guida del Parma e che, secondo i tifosi, sarebbe il più indicato a prendere il posto di Capello.
"MAI ALLA JUVE"
Quando Capello parlava da romanista
Fabio Capello, per la seconda volta nella sua carriera, prima da giocatore e poi da tecnico, lascia la squadra giallorossa per la Juventus.
Friulano, di Pieris, Capello è nato il 18 giugno 1946, comincia la carriera alla Spal nel 1964. Centrocampista solido e dotato di un'ottima visione di gioco, passa alla Roma nel '67 quando in panchina c'è Oronzo Pugliese.
Con l'arrivo di Helenio Herrera, Capello diventa uno dei perni della formazione giallorossa che nel 1969 conquista la Coppa Italia.
Anche in quegli anni, il bilancio obbliga il presidente giallorosso Alvaro Marchini a cedere i pezzi migliori della rosa: Luciano Spinosi e Fausto Landini, oltre a Capello, finiscono alla Juventus. In maglia bianconera Capello vince tre scudetti e conquista il posto di titolare in nazionale. Nel 1976 passa al Milan e gioca ancora due stagioni.
Rimane nella societá rossonera fino al '91 come responsabile del settore giovanile e avvia la sua carriera di tecnico.
Dopo la fine dell'era di Arrigo Sacchi, Capello prende la guida dei rossoneri. In cinque anni vince 4 scudetti, una Champions League, una Supercoppa europea e una Supercoppa italiana. Nel 1996 lascia l'Italia e va a guidare il Real Madrid: vince il titolo della Liga. Nell'estate successiva, il Milan lo riporta in Italia. Il ritorno, però, non dá i frutti sperati. I rossoneri vivono un'annata mediocre e, alla fine della stagione 97/98, Capello lascia. Un anno di pausa, poi comincia l'avventura sulla panchina della Roma.
E da allenatore-tifoso diceva: "Mai alla Juve". Poi le cose della vita, e soprattutto una firma in calce a un contratto, cancellano tutto. Così si può spulciare tra le dichiarazioni del passato, nemmeno tanto remoto, e scoprire parole di verso opposto ai fatti. Del resto, chi lo ha detto che non si può cambiare idea?
Aprile 2003. Fabio Capello si appresta ad affrontare al Delle Alpi la Juventus da allenatore della sua Roma. E alla domanda se tornerebbe da tecnico nella società che lo ha visto vincere da calciatore risponde con un no garbato ma altrettanto netto. "È una squadra che non m'interessa", dice. "Apprezzo la società, ma il mio è un discorso personale.
Dico certe cose forse anche per l'età che ho, perché per quello che ti permette di fare chiunque vorrebbe andarci, ma io no. Poi è già ben allenata".
Febbraio 2004. "Io alla Juventus? Non andrei mai ad allenare i bianconeri che reputo comunque, in assoluto, tra le prime cinque società al mondo".
Così Capello lo scorso 7 febbraio. "Il fatto che io non vada ad allenare la Juve non significa che non mi abbiano cercato. Rispetto la società, ma a me non interessa andare lì: sono scelte di vita".
ANSA
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