BARI-CATANIA: 1-2

BARI-CATANIA: 1-2

SOLITO BARI, IMPACCIATO E SFORTUNATO.
In settimana avverti un fermento da finale di champions league, sabato sera il traffico e la calca a cancelli e botteghini ti lasciano senza parole, in curva ti ritrovi accanto a gente che ti domanda quali sono i nostri e si diverte a far qualcosa di nuovo, senza minimamente interessarsi di ciò che stanno vedendo. Allora il pensiero torna a quel Bari-Foggia (1-3), in cui tutto fu perfetto tranne il risultato...senza che nessuno se ne interessò minimamente. Se poi pensi alle traverse colpite da Bruno e De Rosa, alle varie occasioni sprecate come quella di Mora all'inizio della gara, allora il binomio “gufi-sconfitta” non fa una grinza. Una serata che fa ripiombare il Bari nell'incubo spareggio, se tutto va bene. A maggior ragione se si considera che a perdere sono state solo il Venezia e il Pescara, ormai in caduta libera.adesso abbiamo due punti sul Verona e ne dobbiamo recuperare altrettanti allo stesso Venezia. Quella di sabato è stata la quinta vittoria etnea a Bari, la più recente era datata 14 dicembre 1980 (1-4, allora al Bari segnò Serena). Negli ultimi vent'anni si sono affrontati 23 volte, 4 in A, 16 in B e 3 in Coppa Italia. Sette vittorie biancorosse, di cui l'ultima per 2-1 con doppietta, manco a farlo apposta di Spinesi. Sette il conto dei pareggi. Stesso numero per le sconfitte casalinghe in quest'anno. Il Catania era reduce dal 2-3 rifilato proprio ai partenopei, confezionando la sua sesta vittoria in trasferta dell'anno. Si sono sentiti elogi allo sforzo biancorosso nel tentare il recupero, ma non si è fatto alcun mea culpa per un primo tempo da dilettanti che meritava una punizione severa a tutti i protagonisti tipo quella che riceverà di sicuro qualcuno in estate (scandalo scommesse). Troppo facile chiudere il match per un Catania che forse è stata una tra le squadre che meglio si sono comportate al San Nicola. Solite ingenuità, solite amnesie, tutti contorni dell'attuale classifica dei galletti. Del resto chi sabato ha potuto vedere la partita si sarà reso conto di come sia possibile che ci possano essere tanti punti di differenza tra noi e i siciliani. Uomini più motivati!sarebbe sufficiente a condannare i ragazzi di Pillon, visto che a buttare sangue e sudore sono stati gli uomini di Colantuono, che non avevano nulla da chiedere al torneo. Il Catania ormai ha probabilità prossime allo zero di arrivare sesta, e questa vittoria ha dato un'ulteriore lezione di professionalità e onore a questo “calcio moderno” che gela le pur insospettabili, ma alquanto veritiere lamentele negli spogliatoi di Neqrouz contro alcuni siciliani per il fatto di non aver lasciato vincere chi ne aveva bisogno. Chiedere l'elemosina non è una baresità, e pertanto va condannata. Il Catania è stato squadra fino all'ultimo, ha aggredito su tutti i fronti, spingeva con una marcia in più, puntando l'uomo e mettendo sempre in affanno la linea difensiva. Sul 2-0 si è limitato a controllare la confusionaria e altrettanto disperata valanga biancorossa, fatta più di individualità che di manovra corale e ordinata. Con un uomo in meno per quasi tutto il secondo tempo non si è scomposto, lasciando Mascara li davanti e rinforzando la difesa con Zoppetti al posto di Berrettoni. Lancio lungo e calci da fermo non possono sempre essere decisivi, soprattutto contro gente che sa usare la testa e riesce a far segnare un centrocampista come Del Vecchio libero di stoppare e prender la mira dal limite dell'area o poco più dietro. Paradossalmente il centrocampista etneo segnò anche all'andata. Nella ripresa mister Pillon ha provato di tutto, alla fine mettendo Valdes come terza punta sulla sinistra e la difesa che porta la sua linea a centrocampo, cercando invano di schiacciare gli avversari. Il rigore, l'ennesimo per una squadra che non ha mai avuto il fischietto a suo favore e che lascia pensare i più maliziosi sulle sorti della società, è solo un fuoco di paglia. Ancora una volta atterrato Motta; non segna, ma almeno fa piacere vedere che ha saputo riprendersi dopo l'erroraccio di qualche sabato fa. “Siamo dei polli” commenta il mister, scuro in volto anche se soddisfatto per la reazione dei suoi, considerato l'imprevisto dell'infortunio a Markic. “l'abbiamo persa noi” dice ben conoscendo il grande limite della squadra di “rialzare la testa e poi ricadere subito dopo”. Alla fine della gara la curva ha applaudito, forse solo per non demoralizzare inutilmente una compagine al massimo dello sforzo, forse cosciente che a fine stagione scoppierà la solita indifferenza estiva agli eventi del nostro mercato e solo qualcuno proverà mestamente ad organizzare cortei e voci del popolo barese per non far morire il calcio in questa provincia. Intanto sabato sta la trasferta di Napoli, una gara da vincere alla luce del match che rischiamo di giocare poi contro un Piacenza in piena bagarre promozione. Il Venezia (48 punti) incontrerà il Verona in casa, poi andrà a Terni per concludere al Bentegodi con la Triestina. Il Verona, dopo il derby, incontrerà proprio il Pescara e poi chiuderà a Como (già matematicamente retrocesso). Lo stesso Pescara ospiterà l'Albinoleffe, per poi incontrare Verona e Ternana. Il Napoli è reduce dalla sconfitta a Firenze (scontato, visto che si sa che i viola devono tornare in A al più presto), e non è ancora matematicamente sicuro della salvezza con gli attuali 53 punti all'attivo. Salvezza che potrebbe giungere proprio battendo il Bari sabato sera. Di sicuro al San Paolo saranno tanti a tifare Bari, ma saranno gli undici in campo a cercare di ripagare cotanto attaccamento, possibilmente senza “gufi” al seguito.
Onora la tua città, difendine i colori.
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