MESSINA-BARI: 1-0

MESSINA-BARI: 1-0

BARI SFORTUNATO, MESSINA VERSO LA STORICA PROMOZIONE
Arriva la quarta sconfitta consecutiva del Bari gestione Pillon. Si materializza al Celeste di Messina, dove i giallorossi guidati da Bortolo Mutti ottengono il massimo col minimo sforzo. Quarta consecutiva anche per il Messina, ma in questo caso si tratta di vittorie. Peloritani per una sera al comando della serie cadetta con il Palermo, poi vincente nel derby isolano col Catania per 5-0. Ultima vittoria siciliana sul campo amico contro il Bari risale a circa quindici anni fa, 3-0 del Messina di Zeman con una rete dell'allora lanciatissimo Schillaci. Nella passata stagione terminò 2-2 con reti di De Rosa e Spinesi. Complessivamente si tratta della settima vittoria giallorosa, altrettanti pareggi e solo quattro vittorie baresi, di cui l'ultima nella stagione 2001-2002 per 1-2. Molte recriminazioni per i baresi, ma anche tanta sfortuna. È il primo anno che si sente parlare di sfortuna, e infatti nessuno ci vuole credere. Ma se si guarda la partita di sabato sera, si può ben capire come mister Pillon creda ancora fermamente alla salvezza. Un approccio alla gara giusto e senza paure di nessun genere. Primi venti minuti di arrembaggio dei peloritani ben assorbiti dalle ordinate maglie biancorosse, forti dell'uomo in più a centrocampo in un modulo ad una sola punta, Motta, e Valdes a spaziare nella metà campo avversaria con Cordova. Bellavista e Markic riescono col passare del tempo a prendere le misure, impossessandosi del centrocampo e spingendo, di conseguenza, il baricentro di qualche metro più avanti. Tutto bene, se non si considera che il Bari, per tirarsi fuori da questa situazione, deve segnare, fare punti. Bene, se non si considera che arrivare negli ultimi venti metri è diventata cosa facile per gli uomini di Pillon e che una volta lì, sul più bello, la manovra si spegne sistematicamente. Bene, se non si considera che la difesa regge bene cosciente che prima o poi, nei novanta minuti, arriverà lo svarione. E puntuale, al '43, arriva l'ingenuità di Dou Dou che lascia la retroguardia per regalare palla ai messinesi a centrocampo, dando loro un contropiede alquanto facile per una coppia come Sosa - Di Napoli. Nella ripresa il Messina aspetta. Va da se che per il Bari si complica tutto terribilmente. E questa non è di certo una buona notizia per un attacco che crea molto ma sbaglia tutto, anche le cose più elementari. A Bari siamo bravi a salire sul carro della ragione, e non spaventi quindi se in giro si sente gente malinconica nominare Spinesi. Se poi Cordova sbaglia, al '53, un calcio di rigore sacrosanto concesso da un Rocchi che forse non si ricordava con chi stava avendo a che fare, allora si può ben capire come l'ultima mezz'ora sia passata liscia per un Messina bravo a controllare un Bari che, come col Venezia, aveva già iniziato la fase di spegnimento lento fino al novantesimo. Quest'anno ci si mette anche la sfortuna. Ne saranno convinti coloro che hanno avuto la possibilità di contemplare la discesa a valanga di Valdes culminata con un palo pieno a portiere immobile, sullo 0-0. Per mister Pillon sfortuna e limiti strutturali sono una miscela esplosiva alla quale si deve cercare un antidoto al più presto. Le ultime dieci gare che ci restano saranno dieci battaglie, soprattutto considerando l'ansia che mette sulle spalle dei giocatori il fatto di sapersi a cinque lunghezze dalla salvezza, non considerando l'esito dei posticipi di Verona e Pescara. A questo punto è lecito sperare anche nella zona spareggio, concentrandosi subito sulla gara di sabato contro la Salernitana ieri in pareggio nel difficile derby campano col Napoli e a soli 40 punti, anche se con una partita in meno. Anche con i campani la partita sarà trasmessa in diretta web. Ormai gli undici che scenderanno in campo da qui alla fine, dovranno essere talmente concentrati da non accorgersi neanche di qualsivoglia iniziativa presa dalla tifoseria, ormai sempre più delusa e incredula. Bisognerà mantenere una media di tre punti circa ogni due partite...compito arduo, ma di fronte all'inferno tutto è possibile. In caso di serie C, fioccherebbero “licenziamenti” a valanga, e molto probabilmente molti di coloro che ora indossano la nostra maglia avrebbero molte difficoltà a trovare altri club disposti a pagarli. Faccio questo discorso perché oggi chi scende in campo non sa cosa indossa, ma sa a cosa aspirare a fine stagione...
Onora la tua città, difendine i colori.
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