Nightguide intervista DALO

Nightguide intervista DALO

Pubblicato il 28 marzo 2018 per 'La Clinica Dischi', 'IBRIDO' è l'album d'esordio del cantautore livornese DALO, all'anagrafe Davide Lonzi (classe 1991), che dopo diverse esperienze con vari gruppi della scena toscana, decide di intraprendere la strada solista.
“Ho deciso di guardarmi allo specchio per capire chi fossi. Ma il riflesso non aveva forma, era in continua evoluzione. ''
Ibrido nasce dall'incontro con Pietro Paletti (Woodworm Label, Sugar) con il quale inizia un percorso artistico che lo porterà a consolidare la propria identità autorale, dando vita a questo primo lavoro in studio (con produzione artistica dello stesso Paletti).
L'album - 8 canzoni - presenta un sound synth - pop scandito da ritmiche precise e sonorità urbane. I testi e le melodie riportano ad un mood cantautorale italiano moderno ed originale, con il quale Dalo affronta tematiche auto - referenziali con una penna tragicomica che lascia all'ascoltatore sia il sorriso sulle labbra, sia un velo di malinconia.
“Con questo disco ho voluto indagare quelle parti di me che ho sempre evitato. Le ho esorcizzate affrontandole in modo spesso auto - ironico, con il sorriso sulle labbra, come ad accettare e prendere finalmente coscienza di quello che sono”
Lo abbiamo intervistato.
 
Ciao Dalo, come è nato il tuo 'IBRIDO'?
Ibrido è nato un po' per caso. Avevo abbandonato l'idea di uscire con un progetto solista per dedicarmi alla carriera di autore. In questo percorso ho incontrato Paletti che mi ha convinto a non abbandonare il mio progetto artistico. In quel momento stavo attraversando un momento personale molto delicato, la voglia di buttar fuori canzoni mie era tanta e quindi ho scritto Ibrido da zero, in 3 mesi.
E perché ha questo titolo?
Come ho detto prima, attraversavo un momento della mia vita molto delicato e pieno di sentimenti contrastati su più argomenti personali: la vita professionale, la vita sentimentale, il mio percorso artistico. E' stato un periodo di presa di coscienza su cosa voglio e su chi sono. Ecco Ibrido era l'aggettivo giusto che più racchiudeva il contenuto del disco. 
Com'è lavorare con Pietro Paletti?
Se Ibrido ha avuto vita è stato grazie ad una telefonata avuta con Pietro. Ci sono voluti 10 minuti per capire che potesse essere la persona giusta con la quale iniziare un percorso artistico. Poi Pietro è matto (nel senso squisito del termine), lavorare con lui è stato motivante, riflessivo, introspettivo. Abbiamo lavorato sia a distanza che in studio con l'unico obbiettivo di tirar fuori qualcosa di vero e sincero.
'Non ho bisogno di niente', è il tuo primo singolo. Raccontacelo.
Non ho bisogno di niente è stato l'ultimo pezzo che ho scritto del disco, come a chiudere il percorso intrapreso. Non ha caso tratta di una “presa di coscienza”. E' la voglia di dire che posso contare solo su di me, dopo esser stato sempre condizionato dall'altro. Ma è anche un auto-provocazione perché in realtà tutti hanno bisogno di tante cose. Io per primo.

 


Chi è il FRANCESCO della terza traccia?
Francesco crea curiosità perché non dico mai chi è esplicitamente nella canzone. Ognuno legge Francesco in modo diverso e questo mi fa piacere. Per me Francesco è semplicemente quella parte di me che ogni tanto bussa alla porta e crea disequilibrio. Ma è anche la parte di me che amo. Credo sia quella più autentica, quella non condizionata dai cliché.
Quali sono i tuoi artisti preferiti?
Il primo Vasco, Guccini, Ciampi per citare i grandi del passato. Adesso vado matto per Brunori, Colapesce, Motta, The Zen Circus. Insomma, amo sentire l'autenticità nelle canzoni.
Il tuo disco del cuore?
Senza dubbio Colpa D'Alfredo di Vasco.
Parlaci dei tuoi prossimi progetti
L'obbiettivo principale del presente è suonare il più possibile in giro per promuovere il disco. Sto portando avanti anche il discorso aurorale, mi piacerebbe scrivere per altri. In più non smetto mai di scrivere, qualcosa di interessante per il secondo disco è già in cantiere.

dalo, intervista

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