Nightguide intervista i Memoriam

Nightguide intervista i Memoriam


I Memoriam sono apparsi nel 2016 e ora, dopo poco tempo, hanno già due dischi all'attivo: il primo full lenght, For The Fallen, è del 2017 e ora, nel 2018, hanno già pronto il nuovo The Silent Vigil. A questo punto possiamo parlare di velocità compositiva invidiabile, visto che i due album non solo sono usciti a tempo di record, ma sono anche di una qualità che è impossibile negare, a partire dal contenuto fino ad arrivare alla composizione dei pezzi e all'artwork di copertina. Abbiamo parlato con Frank Healy, bassista della band non che ex Napalm Death perché, ebbene si, ogni membro dei Memoriam ha fatto a modo suo la storia del metal ed ha fatto parte di band come Bolt Thrower, Drop Dead, Benediction e Celebral Fix. Solo per nominarne alcune. 





Il vostro nuovo disco, The Silent Vigil, uscirà il 23 marzo: puoi raccontarci qualcosa?
The Silent Vigil è, comparativamente a For the fallen, molto più aggressivo sia per la musica che per i testi. Non credo che l'avessimo pianificato, da un punto di vista musicale, ma è quello che è successo mentre stavamo scrivendo le canzoni. I testi invece sono volontariamente pieni di vetriolo, rabbia e odio. Siamo invecchiati e siamo più saggi, notiamo le divisioni e l'istigazione alla paura che c'è fra i paesi, e Karl ha fatto un grande sforzo per parlare delle preoccupazioni che ci sono ai giorni nostri attraverso la musica dei Memoriam. E' un passo in una nuova direzione per lui, che ha smesso di riferirsi a temi legati alla guerra e preferisce riferirsi alla realtà senza quella metafora!


L'artwork della cover è davvero impressionante, e ho letto che è in qualche modo è la seconda parte del viaggio del leader caduto che è iniziato con For The Fallen: puoi dirci qualcosa in proposito, e sulla copertina? Avete dato qualche idea a Dan Seagraves o ha creato tutto da solo?
Quando abbiamo ricevuto l'artwork per For The Fallen abbiamo visto che c'era un potenziale per una storia visiva, li dentro. Abbiamo deciso che non potevamo lasciarla senza una conclusione. Avevamo la processione funerea per For The Fallen, e ora per The Silent Vigil abbiamo la conclusione dell'evento. Appena abbiamo visto il meraviglioso lavoro di Dan Seagaves per il nostro primo album abbiamo sentito che volevamo di nuovo lui per mantenere lo stile visivo delle nostre copertine, e fortunatamente era libero per poter continuare la storia con noi. In tutti e due i dischi abbiamo dato a Dan un'idea di quello che volevamo e di come volevamo che risultasse, e abbiamo lasciato che ci mettesse del suo. Credo che abbia fatto un lavoro fantastico, e non vedo l'ora di vedere cosa creerà per il terzo disco.


“La velocità con cui operano i Memoriam e il passo che hanno tenuto da quando sono nati ha lasciato mandibole perpetuamente a terra”: Si cazzo, totalmente. Voglio dire, siete nati nel 2016, avete fatto uscire il primo album nel 2017 e ora siete già pronti col prossimo. Come cavolo fate, ragazzi? Come fate ad essere così veloci e mantenere sempre una qualità così alta del vostro lavoro?
E' semplicemente il modo in cui ci piace lavorare! Una volta che abbiamo scritto una canzone non ci torniamo sopra di continuo, andiamo a quella dopo. Abbiamo un file con un sacco di spezzoni musicali che abbiamo scritto e ci tuffiamo la dentro quando ci serve qualcosa. Potremmo fare un altro disco ora se volessimo! Inoltre non stiamo ringiovanendo, quindi facciamo ora tutto ciò che possiamo prima di diventare troppo vecchi!


Venite tutti da altre band: come vi siete incontrati, e perché avete deciso di creare una nuova band?
Io, Karl e Whale siamo amici da più di trent'anni. Andavamo insieme a un sacco di concerti in posti come il Mermaid o il Barrel Organ eccetera. Poi abbiamo formato le nostre band e negli anni abbiamo finito per fare tour insieme (coi Bolt Thrower e i Beneditcion). Scott è mio amico da vent'anni, ed è stato un fan delle nostre band per anni. Jammavo con lui quando i Benediction dividevano la sala prove con la sua band, i Life Denied. Karl e Whale l'anno incontrato la prima volta nel 2016, quando abbiamo deciso di creare i Memoriam. Perché abbiamo creato la band? E' una domanda che ci hanno fatto così spesso che trovi la risposta un po' ovunque! Coi Benediction non più molto attivi, e i Bolt Thrower che si erano sciolti, avevamo tutti voglia di restare attivi e fare qualcosa di creativo, ed è quello che facciamo e continuiamo a fare!


Avete suonato a Wacken, Graspop, Roadburn. Sarete al Metal Meltdown a febbraio e all'Hellfest, e a Bloodstock: puoi raccontarci qualcosa della vita in tour, e cosa si prova a suonare in tutti questi festival quasi di fila?
A essere onesto non siamo poi una vera e propria tour band: l'abbiamo già fatto, passare un mese o più su un tour bus con la nostra band e altri gruppi e non è che ci attiri più. Preferiamo scegliere gli show. Abbiamo volutamente scelto i grossi festival quando abbiamo iniziato, per poter raggiungere più gente possibile in una volta sola e poter far vedere di cosa si trattava. L'abbiamo già fatto, quindi non suoneremo molto in giro nel 2018: preferiamo fare show nei club, ed è quello su cui ci stiamo concentrando, sopratutto nei weekend visto che parecchi nella band hanno famiglia e non sentono il bisogno di allontanarsene per lunghi periodi. Se potessimo fare show nei weekend durante l'anno in diversi paesi per noi sarebbe l'ideale. I grandi festival sono ottimi per suonare, visto che davanti a te c'è un mare di gente, ma preferiamo l'atmosfera più intima dei club, e siamo a un punto della nostra vita in cui possiamo permetterci di scegliere gli show che vogliamo fare. No siamo una band carrierista, ci stiamo semplicemente divertendo a suonare. Per quanto riguarda i festival sono posti davvero belli dove suonare, e tutto ciò che dobbiamo fare è saltare su un aereo e tornare indietro in un finesettimana. Partiamo dalla nostra città, Birmingham, in modo da non essere mai troppo lontani da casa, una trentina di minuti! E' un feeling grandioso, quello di salire sul palco e vedere tutte quelle persone davanti a te, non me ne stanco mai. E coi Memoriam è qualcosa da attendere con ansia nei weekend, essere in grado di spaccare tutto col metal prima di tornare nel mondo reale dalla tua famiglia!


L'atmosfera di The Silent Vigil è molto più aggressiva di For the fallen: cosa è cambiato? E puoi dirci di più sulla definizione che ne avete dato, una “celebrazione della vita attraverso il death metal”?
Non sono sicuro di cosa sia cambiato, in realtà, visto che alcune delle canzoni di The Silent Vigil sono state scritte mentre scrivevamo For The Fallen! Il primo disco parlava di perdita e dolore, il nuovo album parla di rabbia, vetriolo e odio, quindi immagino che la musica rifletta più questi sentimenti. La celebrazione della vita attraverso il death metal ha sia a che fare coi noi stessi, e noi come band, che coi nostri supporter: siamo riusciti a fare queste musica per più di trent'anni, ed è una ragione per celebrare di per sè! Non ho mai pensato che il nostro genere durasse decenni, ma eccoci qui, continuiamo a farlo!


Stavo controllando i vostri show, e girerete parecchio per l'Europa: potremo vedervi anche in Italia?
Si, stiamo facendo parecchi show in Europa e ne faremo anche nel 2018, l'Europa è un'area vasta da coprire! Come ho già detto, ci concentreremo più nei club quest'anno, e in alcuni dei festival più piccoli. L'Italia? Ci piacerebbe un sacco, tutto ciò che ci vuole è che qualche promoter faccia un'offerta adatta e arriveremo.


La domanda che tutti i musicisti odiano: quali sono i tuoi tre album preferiti in assoluto?
I miei preferiti, personalmente, sono Never Mind The Bollocks dei Sex Pistols, il primo album dei Clash e Johnny The Fox dei Thin Lizzy.


Ultima domanda! Hai qualche consiglio per i ragazzi che stanno creando una band adesso?
L'unico consiglio che posso dare, è che è già stato dato centinaia di volte, è di restare fedele a ciò che ti piace fare. Non andate a caccia di soldi o successo. Prima di tutto dovreste godervi la musica per ciò che vi da, non ascoltate nessuno (nemmeno me!). Se vi piace allora è quello che basta per essere una band. Tutta la fama e i soldi sono un bonus, non ho iniziato per quello. Amavo, e ancora amo, suonare a tutto volume, tutto qui. E qui finisce la lezione, saluti!

interviste, memoriam, nuclear blast

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