Fabio Zuffanti si racconta in un viaggio lungo vent'anni

Fabio Zuffanti si racconta in un viaggio lungo vent'anni

Il 28 marzo, FABIO ZUFFANTI si esibirà a La Claque di Genova, per celebrare i suoi 20 anni di carriera artistica con “UN VIAGGIO LUNGO 20 ANNI”, un concerto-evento in cui l'artista ripercorrerà la sua storia musicale grazie a brani tratti dai suoi dischi solisti e realizzati con Finisterre, Maschera Di Cera e altri. La serata sarà un'occasione per rendere omaggio a tutta la scena progressive rock genovese, una realtà non certo scomparsa al tramonto degli anni Settanta.

Sul palco sarà accompagnato dalla ZBAND, il gruppo che lo ha affiancato nel recente tour mondiale, composto da Giovanni Pastorino (tastiere), Simone Amodeo (chitarre), Paolo “Paolo” Tixi (batteria) e Martin Grice (sassofonista/flautista). .

Fabio Zuffanti è un musicista genovese conosciuto a livello internazionale per il suo lavoro nell'ambito del nuovo progressive rock italiano. Dal 1994 porta avanti una carriera musicale che si è dipanata in molte direzioni e che lo ha visto realizzare oltre 40 dischi come solista o leader di numerosi gruppi e progetti (Finisterre, la Maschera Di Cera, Höstsonaten, Aries, Quadraphonic, L'Ombra Della Sera, R.u.g.h.e., Rohmer, laZona), con i quali si è esibito dal vivo in Europa, negli Stati Uniti, in Messico e in Giappone. Fabio Zuffanti è anche direttore artistico dell'etichetta Mirror Records e lavora come compositore per sonorizzazioni.
Nightguide lo ha intervistato per farsi fare un resoconto in anteprima dei suoi vent'anni di carriera, e lo sviluppo di un marchio di fabbrica, il "prog alla Zuffanti", come obiettivo per rimanere nella storia della musica prog.

Ng: La scena prog italiana vive in quell'aura magica degli anni '70, con la PFM, o Battiato o I Giganti, i New Trolls e persino un Parsifal dei Pooh. E poi c'è stata la nuova generazione di prog, cui tu appartieni, con gli anni 90. Credi che abbia avuto lo stesso "fascino" dei suoi predecessori? E oggi com'è fare prog in Italia?
E' chiaro che per la maggioranza delle persone che hanno vissuto in prima persona la magica stagione degli anni Settanta - quando il prog era sulla bocca di tutti e aveva anche un certo peso nel mercato discografico - ascoltare una nuova band che ne propone una versione dei nostri giorni non ha lo stesso fascino. Questi ascoltatori sono giustamente legati a colossi come Genesis, King Crimson, Orme, PFM e molti altri e guai a chi li tocca, essi sono inarrivabili e non ci sarà mai nessun altro a potere reggere il paragone. Ma il prog non si è fermato lì, dagli anni Novanta viene suonato da una miriade di band più o meno giovani di grande talento e a mio avviso bisogna fare di tutto per cercare di raggiungere una nuova generazione di ascoltatori che magari non era nemmeno nata negli anni Settanta. Ascoltatori che hanno meno pietre di paragone e forse anche la mente un poco più aperta nell'accettare quella che è stata l'evoluzione di questo genere. Certo, oggi il prog non ha più la stessa fortuna che ha avuto quarant'anni fa ma non è detto che la sua qualità sia calata, anzi, mi permetto di dire che alcuni artisti di oggi stanno facendo anche meglio di quelli degli anni Settanta. Quindi ci vorrebbe più attenzione da parte dei vari media italiani per questa nuova scena che all'estero è stimata e guardata con molto interesse, raggiungendo anche ottime vendite.

Ng: In questo viaggio lungo vent'anni cosa hai continuato a portarti dietro, e cosa hai lasciato per strada?
Mi sono portato dietro costantemente il mio smisurato amore per la musica, amore che mi ha dato grandi soddisfazioni ma che ha fatto si che a volte dovessi rinunciare ad alcuni aspetti della mia vita privata. Purtroppo la musica è un qualcosa di così assoluto che a volte non ti lascia proprio il tempo e lo spazio per pensare ad altro.

Ng: Il 28 marzo sarai a Genova a raccontarcelo con un po' di amici sul palco: cosa ti aspetti dal pubblico che verrà alla serata? E viceversa?
Mi aspetto un concerto “caldo” da entrambe le parti. Non amo molto il pubblico che sta seduto ad ascoltare con la concertazione del concerto di musica classica. È sicuramente un pubblico attento ma, se posso scegliere, preferisco chi me lo dimostra anche “fisicamente” donando a chi sta sul palco delle energie che a nostra volta potremo ri-donare a chi ascolta. Credo che il rito del concerto debba basarsi molto su questo scambio di emozioni che fa si che sia chi sta sopra al palco, sia chi sta sotto, possa godere al massimo di quello che sta facendo.

Ng: A proposito di live, il prog con i suoi suoni spesso ricercati e distorti quanto può rendere dal vivo e quanto invece viene perso negli studi di registrazione?
Il prog si basa spesso su suoni ricercati che trovano la loro migliore ragione d'essere su disco, ma voglio spezzare una lancia a favore della potenza che molte prog band spesso riescono a sprigionare dal vivo, facendo si che l'esperienza in concerto sia diversa da quella su disco, ma non meno coinvolgente. Personalmente, quando lavoro ad un album, cerco di inserire al suo interno tutte le raffinatezze e i vari accorgimenti che lo studio di registrazione può offrire, ma poi dal vivo tutto deve ritornare a una dimensione più “terrena”, a mio avviso, ed è l'energia che deve uscire fuori ed essere comunicata. In fondo il genere si chiama progressive ROCK e in quanto rock è giusto che si faccia sentire!

Ng: Sei anche direttore artistico dell'etichetta "Mirror Records". Cosa cerchi nei nuovi talenti che scegli per la produzione? Quanto c'è di buono ancora?
All'interno del genere in cui mi muovo ci sono moltissime giovani band interessanti ma, essendo il prog uno stile che ti permette di inserire al suo interno molte influenze diverse, a volte i gruppi giovani tendono a fare un po' di confusione e a non razionalizzare al meglio le idee. Il mio compito in qualità di direttore artistico è proprio quello di ascoltare il materiale e mettere a fuoco il tutto. Aggiungo che è molto interessante ascoltare gruppi di giovanissimi alle prese con questo stile, giovani che magari conoscono i “classici “, ma allo stesso tempo lo sviluppano inserendo le loro influenze attuali a livello di ascolti. Questa è un'ottima via per capire come si svilupperà il prog nel futuro.

Ng: Una moltitudine di band e concerti in giro per il mondo, e poi l'approdo al progetto solista. Cosa ancora dobbiamo aspettarci da questo fermento artistico che ti contraddistingue?
Vorrei continuare a collaborare con musicisti diversi in progetti paralleli perché è uno stimolo molto importante, ma allo stesso tempo concentrarmi sempre di più sui dischi a mio nome in modo da raggiungere un vero modo di proporre il prog “alla zuffanti” che diventi quasi un marchio di fabbrica. Non è facile ma ho lavorato e lavorerò duro affinché la speranza possa diventare realtà.

Per info e biglietti: www.happyticket.it - BLACK WIDOW tel. 010 2461708

Fabio Zuffanti sul web:

www.fabiozuffanti.com www.zuffantiprojects.com

Intervista a cura di Angela De Simone

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