Intervista - La Sindrome di Kessler

Intervista - La Sindrome di Kessler

Il prossimo 16 aprile verrà pubblicato “La Sindrome di Kessler”, album d'esordio dell'omonima band che sarà disponibile in versione fisica e digitale.
Attraverso un percorso di progressivo lavorio e maturazione e sulla base di un precedente progetto (con alcune tracce in gestazione da molto tempo), la band presenta un album fortemente introspettivo che invita al coinvolgimento dell'ascoltatore attraverso la scelta di testi in lingua italiana.
Un indie rock grezzo si mescola a influenze tipicamente grunge e ispirate dalla scena musicale di Seattle degli anni Novanta, dando vita a brani imprevedibili e potenti.

 
Abbiamo intervistato i membri de La Sindrome di Kessler per sapere di più del loro primo album, del processo creativo e dei progetti per il futuro.

Il vostro nuovo album è venuto alla luce dopo circa un anno e mezzo di costante maturazione e ricerca. Quale è stato il processo che vi ha portato ad avere queste dieci tracce?
 
Inizio col dire che alcuni dei brani presenti nel disco erano in gestazione già da tempo quando vi erano componenti diversi alla batteria e alla chitarra. Il processo fondamentale, la scintilla che ha fatto scattare il tutto è stato l'ingresso nella band di Canio, l'attuale chitarrista, e, con l'aiuto del nostro produttore Roberto, attuale bassista, abbiamo raggiunto la giusta maturazione che ci ha spinto a mettere su disco questi dieci brani.
(Antonio)

 
 
Sappiamo che “La Sindrome di Kessler” si basa su un precedente progetto musicale. Quali sono le basi fondanti su cui avete costruito il vostro primo album, non essendo stato “plasmato” ex novo?
 
L'album era già in cantiere da tempo infatti. Molte delle tracce hanno più di un anno e mezzo (anche dieci!!!), e vengono fuori da un precedente progetto musicale, composto anche da persone diverse (come già detto sopra da Antonio).
Come potete immaginare, negli anni, molte di queste canzoni hanno subìto l'influenza di ciascuno dei membri e si sono plasmate e deformate, hanno sofferto e goduto a piacimento del gruppo. Altre canzoni invece sono frutto della produzione più recente, quella degli ultimi anni, in cui il sound della band ha raggiunto un certo equilibrio, per quanto precario, in quest'universo.
Ma tu volevi sapere della basi fondanti. Bene: sono state sicuramente la diversità, la precarietà e il tempo.
(Canio)

 
Prediligete i testi in lingua italiana per far sì che l'ascoltatore possa immedesimarsi e interpretarli. Come nasce una vostra canzone e che cosa vi ispira? Tutti i membri della band scrivono i testi?
 
La maggior parte dei testi li scrivo io. Alcuni sono dell'ex bassista (Raffaele).
Scriviamo in italiano per scelta, poiché siamo italiani e ci rivolgiamo ad un pubblico italiano. Non è patriottismo, è solo un modo di vedere. In realtà ho anche provato, ma penso che per poter scrivere una canzone in un'altra lingua bisogna avere una certa padronanza altrimenti si rischia di cadere nel ridicolo.
Una mia canzone nasce per caso e le più belle canzoni che ho scritto sono nate così, in un attimo. Ho sempre pronti dei giri di accordi o dei motivetti. Quando scatta la molla ho tutto davanti: colori, immagini, emozioni, so già quello che devo scrivere incastrato alla musica.
E' una bella sensazione, anche se la maggior parte delle volte sono triste o incazzato.
(Antonio)

 
Le vostre canzoni parlano di esperienze di vita vissuta e hanno quindi una forte componente personale. E' difficile, all'interno del processo creativo, trovare una sintesi tra punti di vista diversi dei vari componenti della band?
 
A volte ci baciamo in fronte, altre volte ci lanciamo le aste dei microfoni.
Scherzi a parte, durante il processo compositivo solitamente riusciamo a trovare sempre una strada comune da percorrere. Può essere buia e sporca o ben illuminata e limpida. L'importante è che sia convincente. Che ci attiri in qualche modo.
(Canio)

 
Quali sono i vostri artisti preferiti e come hanno influenzato il vostro modo di fare musica?
 
Questa è una domanda molto difficile. Le influenze sono tante, ma se volete sapere perché ho preso una chitarra in mano è stato grazie ai Nirvana. Cobain mi ha stregato. Infatti l'influenza principale che ha spinto inizialmente la band a suonare è stato il grunge e la scena di Seattle degli anni novanta. Poi con l'ingresso di nuovi componenti con esperienze ed influenze diverse, si è creato il sound della band attuale.
(Antonio)

 
A breve uscirà il vostro video “In attesa”: quali sono i vostri progetti per il futuro? Porterete il vostro nuovo album in tour?
 
In attesa” è il nostro primo video, tratto dal primo singolo omonimo, che ha preso forma grazie alla collaborazione con Antonio j. Idiosincrasia (Regia) e Roberto Cola (Soggetto).
Per il cosiddetto futuro abbiamo “in serbia” (per citare gli amici Luminal) per voi la presentazione del disco al Contestaccio di Roma il 9 Maggio. Quella sera con noi ci sarà un graditissimo ospite, il talentuoso ukulelista lucano Danilo Vignola.
Oltre a lui, ovviamente, ci sarà graditissima anche la presenza di tutti i nostri amici e di tutti coloro che hanno creduto in noi supportandoci e sopportandoci ormai da qualche anno.
E qui li voglio ringraziare.
 
Poi andremo a dormire. Tardi.
Molto tardi.
Al risveglio andremo in tour...
(Canio)

 
Facebook: https://www.facebook.com/LaSindromeDiKessler 

A cura di Valentina Colombo

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