(intervista) Santa Margaret: siamo "analogici" per riscoprire il mondo reale

(intervista) Santa Margaret: siamo "analogici" per riscoprire il mondo reale

“Il suono analogico cova la sua vendetta Vol.1” è il primo Ep dei Santa Margaret, ed è composto da cinque brani più un b-side strumentale registrati interamente in analogico, su nastro a 24 tracce, usando solo strumenti vintage, nessun campionamento e nessuno strumento MIDI. E' uscito per Carosello Records ed è disponibile solo in vinile, in free digital download (al link www.santamargaret.com/download/2281) e su tutte le piattaforme streaming.
 
I Santa Margaret sono Angelica Schiatti (voce), Stefano Verderi (chitarra), Marco Cucuzzella (batteria), Leonardo Angelicchio (tastiere) e Ivo Barbieri (basso), e hanno un sound a forte inflessione pop-rock, e sono capaci di unire il sound tipico della canzone d'autore italiana degli anni Sessanta al rock e blues. Abbiamo intervistato per Nightguide Angelica, la loro grintosa frontwoman, con qualche incursione di Stefano, ex Vibrazioni.

  D.  Iniziamo subito a rompere il ghiaccio: in “Riderò” usate la metafora del discografico poco illuminato, o è proprio una canzone di denuncia verso il sistema italiano che spesso e volentieri tarpa le ali alla musica emergente?
Angelica:  E' stato il regista a interpretare il messaggio convertendolo all'ambito discografico, che è il responsabile del “no” tipico ricevuto almeno una volta da chiunque faccia musica. Qualsiasi sia la delusione,  da qualsiasi ambito provenga, che arrivi da un amico, un amore, un discografico, ci si ritrova a piangere e a disperarsi all'inizio. Ma con il tempo che passa ci si ritrova a riguardare indietro e a rendersi conto che quel dolore si è trasformato in qualcosa di molto più piccolo.

  D. Aldo Giovanni e Giacomo nel 1998 hanno affidato ai Negrita la colonna sonora del loro “Così è la vita”, e sicuramente questo ha portato fortuna alla band aretina. Quest'anno ci siete voi nel loro nuovo film “Il ricco, il povero e il maggiordomo” in uscita l'11 dicembre nelle sale italiane.
Angelica: I Negrita all'epoca avevano il compito di curare tutta la colonna sonora, mentre nel nostro caso sono stati scelti due brani, “Riderò” e “Vieni a gridare con me”. Speriamo che ci porti fortuna, anche se il mondo musicale non è più quello di qualche anno fa, in cui  bastava avere un importante trampolino di lancio per riuscire ad emergere dobbiamo considerare questa opportunità come un altro tassello del nostro cammino. E poi Aldo Giovanni e Giacomo ci piacciono molto, ci piace la loro comicità perché è fruibile ma di qualità. E ci piace che i nostri brani vengano poi associati a un modo di fare cinema sì “spensierato”, ma sicuramente con basi qualitative solide.

  D. Com'è nato l'incontro con Stefano Verderi? Cosa c'è di tuo e cosa di suo (tra virgolette) nel progetto?
Stefano: è stato un incontro artistico come ce ne sono da sempre. Angelica è molto incentrata sul cantautorato, sulla scrittura dei testi, io sono un musicista è sono più predisposto all'orchestrazione del lavoro, alla costruzione della struttura armonica dei brani. Ma non c'è niente di suo o di mio che si distingue nettamente, non c'è una formula di scrittura prestabilita, è tutto molto spontaneo, nato proprio dalla sinergia che si è creata grazie agli ascolti in comune di certa musica rock anni 60/70, e alla stessa passione per la musica.  

  D. Come mai la scelta di cantare in italiano, se vogliamo controcorrente? (solo perché è più difficile!)
Angelica: l'italiano ha suoni vocalici talmente belli che è un peccato non usarli, non ci possono essere paragoni. E poi se pensiamo l'italiano è sempre stato la lingua della musica, a partire dalla musica classica. Anche la nomenclatura della musica è tutt'ora in italiano. Un andamento veloce della melodia lo conoscono in tutto il mondo come “allegro”, non “happy”!
Anche l'opera è sempre stata in italiano...l'italiano...è una figata!

  D.  Il suono analogico cova la sua vendetta...è per questo che non esiste cd ma solo vinile? O si parla esclusivamente della realizzazione fattiva delle registrazioni?
Angelica: Per il nostro tipo di sonorità la registrazione in presa diretta analogica era la condizione ideale per poter esprimere al meglio anche su disco quello che siamo e come lo esprimiamo. E' stata quindi una scelta artistica, resa possibile soprattutto grazie a Carosello che ci ha sostenuto nella realizzazione del disco con una modalità più dispendiosa del normale. E' stato, se vogliamo, antieconomico, ma è stata la scelta più giusta per il nostro sound, reso anche con le sonorità che tanto ci piacciono degli strumenti vintage.
L'analogico, poi, “cova la sua vendetta” perché sta tornando. Negli anni 70 l'analogico ha vissuto il suo massimo splendore, così come ora la musica digitale è arrivata al suo apice. In questo momento abbiamo il massimo delle potenzialità del digitale che possono andare a recuperare il massimo dell'analogico per un risultato sonoro ancora migliore.

  D. Che importanza date alle altre arti, considerando che la vostra copertina è stata realizzata da Shout (illustratore italiano medaglia d'oro 2009 della Society of Publication Designers per l'illustrazione Animal Spirits del “New York Times”)?
Angelica: Shout ha proprio interpretato il senso che volevamo dare alla nostra musica, quel senso che solo avendo il vinile in mano e rigirandolo in quanto oggetto fisico si riesce ad attribuire pienamente. Siamo andati oltre il mero digitale o la mera copertina in quanto tale, abbiamo voluto fortemente dare completezza al nostro lavoro con il retro reale del disco. Guardando la facciata, quello che si vede è una rotellina, una innocua rotella di liquirizia. È prendendo in mano l'oggetto disco che ci si rende conto che quella rotellina altro non è che un serpente. Ed è così che Shout ha voluto realizzare visivamente la nostra “vendetta”.
Stefano: Questa scelta può essere vista come un avvertimento, una critica a tutti quei ragazzi che oggi vivono esclusivamente collegati in rete. Non è vero che in rete si trova tutto, non è vero che la rete riesce ad attivare tutti i sensi che il mondo reale ci stimola. Alcune sensazioni non potranno mai essere provate su internet, ma saranno prerogativa ed esclusiva del rapporto con il mondo reale, con gli oggetti da toccare, le persone da vivere.

  D. Il secondo volume dell'ep uscirà nel 2015. Ma ha già preso vita? O è in fase di realizzazione?
Angelica: i pezzi di entrambi gli ep sono nati come un unicum, ma abbiamo deciso in accordo con la nostra casa discografica di farlo uscire in due tranche. Non sappiamo ancora che forma avrà il secondo ep, se conterrà tutti i pezzi, o solo quelli non inseriti nel primo. Sappiamo solo che ci sono già e sono pronti per essere ascoltati.

  D. Il 7 novembre sono iniziati i live. Com'è andata?  
Angelica: Noi  consigliamo il live a chi si vuole avvicinare alla nostra musica. La dimensione live per noi è la più importante, se rispetto al disco anche i brani cambiano molto perché siamo una band quindi lavoriamo tanto in sala prove, riarrangiamo insieme i pezzi, e un assaggio lo potete ascoltare paradossalmente sul bside del nostro ep, un'unica traccia strumentale di 20 minuti, “...e il digitale trema”, suonata interamente live in studio e registrata in presa diretta senza alcuna sovraincisione.
Dal vivo spacchiamo il culo!
 
Il video di Riderò:



Le prime date live dei Santa Margaret: il 14 novembre al Vinile Club di Bassano del Grappa (Vicenza), il 9 gennaio alla Birreria Pedavena di Belluno e il 17 gennaio al Bradipop di Bellaria (Rimini).
 
I Santa Margaret in rete: www.facebook.com/santamargaretofficial - https://twitter.com/margaret_band - www.youtube.com/user/SantaMargaretVEVO - https://soundcloud.com/santamargaret
 
Angela De Simone
 
 
 

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