Nightguide intervista Simona Severini

Nightguide intervista Simona Severini


Simona Severini ha fatto uscire Ipotesi, il suo nuovo EP, il 10 Luglio: cantautrice milanese, Simona Severini è una voce soul che, dopo esperienze fra teatro e musica che l'hanno portata ad essere ospite dei dischi di Enrico Pieranunzi, Pacifico e Ron e ad esibirsi al Piccolo di Milano e al Napoli teatro festival, ha deciso di cantare da sola. Armata di voce e chitarra ha girato per l'Umbria jazz, il London jazz festival, JazzMi e Paris Jazz Vocal. L'otto marzo 2019 si è esibita al Quirinale davanti al Presidente della Repubblica, che l'ha nominata Cavaliere.



 

Prima di tutto: sei un Cavaliere della Repubblica! Non avevo mai parlato con un Cavaliere della Repubblica prima (momento hype). Come funziona, e come ti fa sentire il pensiero di rappresentare una parte della musica italiana a livello istituzionale?
E' successo dopo aver suonato al Quirinale l'8 marzo 2019 per la festa della donna ed è stato davvero un grande onore ai limiti dell'imbarazzo.


Ipotesi, il pezzo che da il titolo al tuo EP, è una specie di Sliding doors: la differenza sta che nel film vediamo cosa succede a seconda delle scelte del personaggio, e cosa potrebbe succedere, mentre nella vita non è così. Ce lo possiamo solo immaginare. Non ha un retrogusto vagamente malinconico, tutto questo?
Parla della difficoltà di fare scelte nella vita quindi forse un po' si.


Nel tuo EP ci sono tre canzoni che ami molto, e che hai deciso di fare tue. Domanda che mi farà guadagnare il tuo odio imperituro: se ti chiedessi invece di dirmi i tuoi tre dischi preferiti cosa mi diresti?
Invece è una domanda che mi piace! Ti direi Bon Iver di Bon Iver, Blue di Joni Mitchell, Ventura di Anderson Paak.


In questo momento in Italia fare concerti è una corsa a ostacoli: come ti stai muovendo al momento per promuovere la tua musica, e di cosa credi che il mondo dello spettacolo abbia davvero bisogno in un momento come questo?
Sto cercando di recuperare il tempo perso e programmare dei live anche se la situazione è ancora incerta e confusa in questo momento. Uso anche i social, ho partecipato a qualche festival online ma sostanzialmente faccio musica per suonare davanti alle persone ed è una cosa che mi manca. Intanto farò un concerto di presentazione dell'ep il 28 luglio a Milano al Giardino della Triennale poi vedremo, sto mettendo insieme le altre date. Credo che l'unica cosa di cui abbia davvero bisogno il mondo dello spettacolo sia un sistema di tutele dei lavoratori efficace visto che al momento non c'è.


Restiamo in tema: ai musicisti, agli artisti in generale, viene spesso chiesto di aiutare nei momenti di crisi con la musica, l'arte, la scrittura. Fate streaming gratuiti per chi è a casa. Fateci leggere qualcosa. Poi però in questo paese gli artisti non sono tutelati, il mestiere dell'artista spesso non viene nemmeno visto come un vero lavoro, quando Tiziano Ferro ha provato a dire “scusate, noi lo facciamo per lavoro” gli sono piovute addosso critiche e offese da ogni lato. Cos'ha che non va questo paese, secondo te?
Non si studia musica a scuola, a parte l'inno alla gioia col flauto di plastica alle medie. Ci sono persone più sensibili che magari si informano per passione. Ma mi sembra normale che non avendo un'educazione musicale sia difficile capire e rispettare questo lavoro.


Dove vorresti suonare, appena sarà possibile farlo e la pandemia sarà finita?
Non saprei, alla Carnegie Hall? ma quello non credo dipenda dalla fine della pandemia...

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