Intervista con la scrittrice Antonella Betti

Intervista con la scrittrice Antonella Betti

Antonella Betti è nata a Roma nel 1982. È laureata in “Programmazione e gestione delle politiche e dei servizi sociali” e ha conseguito il primo diploma di formazione in “Analisi scena del crimine, criminologia e gestione dell'emergenza” e il diploma di aggiornamento e formazione in “Scienze criminologiche e forensi; violenza, trauma e crimine - protocolli d'intervento e strategie di prevenzione”. È da sempre impegnata nell'attività di docenza presso corsi, convegni, seminari ed eventi, svolgendo costantemente la sua professione di assistente sociale ed operatrice socio-sanitaria. Pubblica il libro d'inchiesta “Vite strappate in Italia dagli anni '70 ad oggi” con l'illustre prefazione della Senatrice Paola Binetti (Editrice Italia Semplice, 2019).
 
 
«Di cosa parla il tuo saggio Vite strappate in Italia dagli anni '70 ad oggi?».
E' un libro d'inchiesta autobiografico sulle testimonianze dei 'sequestri di Stato', ovvero gli allontanamenti coatti dei minori dalle loro case d'origine, che ripercorre non solo la mia triste storia bensì anche da voce a quella famiglie vittime di un sistema sotto alcuni punti di vista oscuro e poco chiaro. C'è sicuramente un velo inquietante che oscura la serenità e la quotidianità delle famiglie italiane: da qualche anno migliaia di bambini vengono sistematicamente estirpati dalle proprie case ad opera in primis dei magistrati e dei giudici onorari, i quali in base alle relazioni del Comune, decidono per gli allontanamenti coatti in quelli che un tempo venivano convenzionalmente chiamati 'orfanotrofi'. Era una pentola che andava scoperchiata perché la legge nel tempo è cambiata ed in teoria non esisterebbero più questi istituti, ma di fatto, si stanno moltiplicando a dismisura, avendone trasformato solo la denominazione in 'case-famiglia'.
 
«Quale messaggio importante hai voluto veicolare attraverso la tua opera?».
Oltre ad una difesa e tutela dell'infanzia, mira a sensibilizzare come anche a sollevare il fatto che oltre 500 i milioni di € che vengono dati alle cosiddette case-famiglia protette per tenere i bambini che lo Stato ha troppo spesso ingiustamente sottratto, strappato e rapito ai genitori. Sono appena 50 i milioni di € che si danno alle famiglie in difficoltà per mantenere con sé i propri figli. Quindi di fatto vengono dati molti più soldi per sottrarli che per aiutarli. Nessuno prima d'ora aveva mai denunciato e segnalato i ripetuti e sistematici conflitti d'interessi dei giudici onorari che affiancano i Presidenti dei Tribunali dei Minorenni. È uno scandalo vero e proprio: giudici onorari e contemporaneamente anche titolari di case-famiglia dove i minori vengono 'ospitati'. Tutto questo sistema unito sta creando un tacito traffico di bambini, tramite decreti che impongono allontanamenti coatti dalle loro famiglie e case d'origine.
 
«Cosa può e dovrebbe fare lo Stato oggi per chi come te sta lottando in difesa dei diritti dei minori?».
Lo Stato dovrebbe andare a fondo nelle problematiche familiari. Si tratta di famiglie fragili, in cui la crisi e la povertà diventano il collante più comune per tenere unite le persone. Famiglie in crisi perché invece di favorire la maturazione degli adulti che le impongono, ne lascia affiorare i disturbi di personalità, li esaspera e li accentua, fino a far saltare equilibri precari e mai seriamente presi in considerazione per la loro fragilità. Eppure però sono famiglie capaci di stare insieme per periodi fin troppo lunghi, finché non accade qualcosa che agisce da detonatore e la famiglia, tutto ad un tratto non c'è più. E questo libro è anche storia di figli e di minori che crescono portandosi sulle spalle un fardello troppo pesante.
 
«Dal tuo saggio emerge una situazione italiana difficile e a tratti assurda per quanto riguarda la tutela dei minori. Chi è Emma, la “Principessa del popolo”, e che cosa possiamo imparare dalla sua storia?».
Emma - La Principessa del Popolo è la mia storia autobiografica, ripercorre pienamente la mia vita da quando sono nata fino ad oggi, io sono nata come Antonina Concetta Vittoria Mancuso, nipote del Magistrato famoso Gaetano Mancuso, perseguitata sin da quando sono nata in quanto il mio è stato un affido anomalo a 4 mesi e mezzo, ma riscattato ed automaticamente diventata un'adozione. Credo che a me sia spettato questo fardello in quanto il mio bisnonno Gabriele Mancuso aveva sposato Maria Josè Lopez Ardito Principessa delle Asturie diventando non solo un professionista bensì anche un principe, ad oggi credo di avere la missione di vita di fare da sparti acque in questo che resta un vero abominio che di fatto rompe delle radici familiari. La famiglia è sacra come la famiglia e va tutelata in ogni sua forma. Penso che avendo avuto il coraggio di denunciare io sia di fatto diventata il pioniere ad aver con determinazione, forza e coraggio scoperchiato tutto questo, tenuto deliberatamente silente.
 
«Ogni anno circa quarantamila bambini sono allontanati coattivamente dalle loro famiglie. Di alcuni di loro si perde ogni traccia. Perché c'è tanta omertà su questa disperata situazione?».
Dietro a tutto questo oltre alla corruzione c'è la mano dei clan mafiosi, uno in particolare è quello del noto clan Mancuso di Limbadi che è dietro al mio 'sequestro a soli 4 mesi e mezzo' nel quale mi hanno separato dalle mie sorelle, gemelle nate con sindrome di down, strappandomi dalle braccia di mia madre. Ecco perché si è sempre insabbiato ogni cosa, questo noto clan prima che io denunciassi ha tenuto sotto scacco moltissime persone, io invece mi ero seccata di subire da innocente e le mie denunce sono valse l'arresto di Pantaleone Mancuso il 15.3.2019 proprio mentre il libro veniva presentato alla Feltrinelli di Largo di Torre Argentina con la Senatrice Paola Binetti e la Senatrice Stefania Pucciarelli. Il mio lavoro è stato parallelo e sempre sul campo. È un libro denuncia che ha dietro numerose denunce con relative ritorsioni ma sono andata avanti perché l'omertà non deve più esserci davanti ad un fenomeno dilagante che è una vera e propria piaga nazionale.
 
«Le case-famiglia: una realtà controversa; alcune sono davvero al servizio dell'infanzia, mentre altre fanno parte di una vera e propria rete di traffico di bambini che dagli anni settanta in poi sono stati usati (e abusati) per meri fini economici. Rete di cui fanno parte non solo le case-famiglia ma anche certi tribunali dei minori e insospettabili enti comunali. Qual è la situazione italiana attuale? Ci sono fonti attendibili che il traffico sia ancora in atto?».
Da circa 40-50 anni e sistematicamente ancora oggi, i giudici non troppo super partes insieme ai giudici onorari in conflitto d'interessi, con un team multidisciplinare sequestrano i bambini con l'inganno e futili motivi, sebbene però le madri naturali-biologiche sono in vita e non smettono di cercarli, di fatto diventano 'figli dello Stato' i quali attraverso questa macchina/spirale vanno in affido e/o in adozione (anche appena nati o di pochi mesi) o peggio ancora nelle case-famiglia: di fatto dei lager che li accolgono in questo vero e proprio olocausto di bambini. Ancora oggi dopo tutto questo tempo persiste l'abuso di potere silenziato dalle intimidazioni, dalle ritorsioni che rende sorda la voce dei genitori che restano così fermi e paralizzati dalle minacce ricevute. In Italia circa 40 mila bambini all'anno vengono sottratti con questo sistema, si parla di 80 mila genitori e dai 120-150 mila parenti che vengono privati di un figlio, di un nipote, di un cugino e così via. 265 casi italiani denunciati, di fatto però si parla di 300-400 mila bambini rubati dallo Stato ai loro genitori naturali in cinque decenni. Tante famiglie distrutte per sempre da questo sistema a ciclo continuo che attacca la dignità dell'essere umano e fa vivere a metà. Tutto questo non è purtroppo però la trama oscura ed inventata di un film, delinea purtroppo una triste realtà troppo lungamente taciuta che finalmente sta venendo alla luce. Attraverso questi sistemi, questa macchina criminale-mafiosa, sono stati rubati 300-400 mila bambini.
 
«Sei a lavoro su una nuova inchiesta? Quali sono i tuoi progetti nell'ambito della tua lotta di assistente sociale per la difesa dei diritti dell'infanzia e della famiglia?».
No non sono su nessun'altra inchiesta sto completando quello che riguarda la mia storia che ingloba il fenomeno e sto continuando con determinazione e costanza ad arginare e contrastare i pochi rimasti del clan Mancuso di Limbadi e non mi fermerò perché dopo 37 anni di privazione è il caso di riscattare me stessa, la mia vita e riprendermi ciò che mi spetta di diritto per nascita; in parallelo liberare le tante famiglie-vittima di questa tirannide dipesa da una guerra per il potere.
 
Titolo: Vite strappate in Italia dagli anni '70 ad oggi
Autore: Antonella Betti
Genere: Narrativa-inchiesta
Casa Editrice: Editrice Italia Semplice
Pagine: 268
Prezzo: 16,00 €
Codice ISBN: 978-88-942-37-160
Contatti
https://twitter.com/BettiAntonella
www.assistenzasocialelazio.com
https://it-it.facebook.com/editriceitaliasemplice
https://www.ibs.it/vite-strappate-in-italia-dagli-libro-antonella-betti/e/9788894237160
https://www.amazon.it/Vite-strappate-Italia-dagli-anni/dp/8894237168
 

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