Nightguide intervista Ale Ice

Nightguide intervista Ale Ice


Ale Ice, all'anagrafe Alessandro Minichino, è un cantautore bellunese attivo già da qualche anno: se prima si era dedicato all'hip hop, nei suoi nuovi singoli riduce all'osso produzione e musica e si presenta in veste più cantautoriale, ispirandosi ai grandi degli anni Settanta e Ottanta e usando solo chitarra e voce. A tutti noi, almeno una volta nella vita, è successo di pensare di essere nati nel periodo sbagliato: Ale Ice parla proprio di questo, denunciando il proprio senso di inadeguatezza nei confronti delle mode imposte dalla società. L'hip hop, assente nella produzione, resta come marchio di fabbrica e da la carica ai pezzi addolciti dall'arrangiamento acustico, creando un pop-alternative che non perde comunque di incisività. Come diceva Frank Zappa, alla fine non è detto che sia tu a sbagliare, anche se milioni di persone non sono d'accordo con te.


In un momento il cui il rap e l'hip hop italiani vanno fortissimo, per non parlare della trap, tu li molli e svolti verso il cantautorato. E' una mia impressione o forse anche questo rientra nel tuo poco amore per le mode e il tuo non sentirtene rappresentato?
Senza alcun dubbio. Quello che però voglio sottolineare è che non è un andare contro le mode a priori. Il rap purtroppo ha creato un canone di artista con il quale io non c'entravo e nemmeno volevo c'entrare nulla. Essendo alla ricerca di qualcosa che mi facesse sentire totalmente me stesso sono nate da sole delle sonorità molto lontane da quel mondo. Poi qualsiasi cosa nel momento in cui viene messa alla massima esposizione mediatica perde la propria verità iniziale.


In Nato fuori tempo citi Midnight in Paris e parli di quanto tu ti senta inadeguato per i tempi di oggi. Quindi, domanda: credi davvero di essere inadeguato tu, o magari è il presente che è andato un po' a puttane? D'altra parte la nostalgia per epoche mai vissute non è una novità degli anni zero.
Entrambe. Io sono inadeguato, ma qui solo un pazzo o qualcuno con troppi interessi non direbbe che è già tutto a puttane, eppure a tutti sta bene così. A volte mi chiedo quando abbiamo perso il lume della ragione dietro i social, i soldi e altri mille cliché. Tirando di nuovo in ballo Midnight in Paris, il film stesso evidenzia che in realtà in ogni epoca c'è il rimpianto di quella passata. Come dici i “nati fuori tempo”, come me, esistono da sempre.


Restiamo sul brano: come è stato lavorare con Simone Dal Pra? La sua strofa è nata da sola o ci avete lavorato insieme?
Simone lo conoscevo già bene, infatti il feat è andato anche a incoronare un'amicizia e una stima artistica. Sono molto contento di aver potuto collaborare in questo, per quanto riguarda la strofa, l'ha scritta lui, quando me l'ha mandata mi è subito piaciuta.


Credo tu sia una persona a cui posso rivolgere questa domanda: in tanti pensano che la sofferenza, il sentirsi inadeguati, possano portare a migliorare la propria arte. Personalmente la trovo una forzatura, ma tu che ne pensi?
Io ti dico che vissuta dall'interno non aiuta, anzi, a me piacerebbe riuscire a farmi meno problemi e godermi tutti i momenti spensieratamente. Il sentirti perennemente non a tuo agio magari ti porta a scrivere la bella frase ma ti fa vivere male ogni esperienza, per quanto bella sia. Quindi penso sia più un contro che un pro.


Torniamo a Nato fuori tempo. Bukowski diceva che “è all'inferno quella parte di me che non sta bene in nessun posto”. Credi che ci sia un'epoca in cui ti saresti trovato meglio, o il problema è un altro?
Prima di tutto ti dico che è una delle domande più belle che mi abbiano fatto. Mi spiazza un po' ma coglie il centro. Nella canzone citando direttamente il film di Allen dico di voler vivere negli anni '20 a Parigi. Penso che davvero quell'epoca avrebbe ripagato di più la mia natura da eterno sognatore; parlo di un momento in cui l'arte e la poesia erano valorizzate a pieno dalla società, erano padrone delle strade. Il romanticismo era molto alto e lo stile di vita non era stato influenzato dalla fretta capitalistica. Ciò nonostante, probabilmente finirei a non sentirmi a mio agio nemmeno li, so che comunque fa parte della mia persona il sentirmi sempre fuori luogo, in più sono un potenziale eterno insoddisfatto.


Ora, domanda tipica: ci puoi raccontare qualcosa del disco? Sai già se ci sarà un tour?
Niente tour, ma penso che dei live potrebbero arrivare fra non molto tempo.


Oltre alla collaborazione con Simone Dal Pra, ci sono artisti con cui vorresti davvero collaborare e che ancora non hai avuto l'occasione di avvicinare?
Io da quando sono piccolo sogno di cantare con Marco Masini. Stando a featuring realizzabili, ora come ora penso dipenda tutto prima dal progetto, dopodiché i nomi con cui mi piacerebbe collaborare nasceranno volta per volta.

ale ice, interviste, interviste musica

Articoli correlati

Interviste

Intervista a Simon Schiele, autore del romanzo “Jäck atto III: La Stirpe Antica”.

21/03/2024 | Bookpress

Simon schiele è nato a torino nel 1996; nonostante la sua giovane età, ha già all'attivo cinque romanzi. L'autore ha mantenuto la promessa fatta al sé stesso bambino:...

Interviste

Intervista ad Alessandro Niccoli, autore del romanzo “La Ragazza che abbandonò il Destino”.

07/03/2024 | Bookpress

Alessandro niccoli è nato a s. Miniato nel 1968 ed è un avvocato e scrittore. Da sempre si batte contro le discriminazioni, e in favore dell'ambiente e degli animali; i...

Interviste

Intervista a Rosalba Trabalzini, autrice del saggio “La rabbia. Analisi di cinque casi di violenza”.

15/02/2024 | Bookpress

Rosalba trabalzini è nata a roma nel 1950 e lavora in ambito psichiatrico fin dal 1969; ha iniziato come infermiera psichiatrica e poi si è specializzata come psicologo...

424677 utenti registrati

17077370 messaggi scambiati

17544 utenti online

27948 visitatori online