Nightguide intervista Mark Hamilton, bassista e cofondatore degli Ash

Nightguide intervista Mark Hamilton, bassista e cofondatore degli Ash

Islands è il nuovo album del gruppo rock nordirlandese Ash. Il settimo album di studio del trio, uscito il 18 maggio su Infectious Music, è una serie di canzoni dal cuore aperto che si occupano di amore e perdita, amicizia e tradimento, identità, salvezza, redenzione e rinascita ... tutte le cose importanti. Molto probabilmente è anche uno dei lavori migliori della leggendaria carriera di 26 anni di Ash, un album che riafferma lo status del trio.
Il titolo del nuovo album della band allude agli ambienti unici in cui sono nati i suoi brani costitutivi. Nella primavera del 2016, in seguito a un tour giapponese frenetico per chiudere il ciclo del tour per Kablammo 2015! album, frontman degli Ash Tim Wheeler ha effettuato una visita alla pittoresca isola di Naoshima, rinomata in tutto il mondo per le sue installazioni di arte moderna, architettura e sculture. Wheeler ha trovato l'atmosfera tranquilla e meditativa dell'isola favorevole alla riflessione e alla creatività, e mentre si immergeva nella sua arte, le nuove idee di canto hanno iniziato a fermentare e a fluire.
Noi abbiamo fatto due chiacchiere con Mark Hamilton, coofondatore della band e amico di vecchia data di del frontman, in occasione del concerto che la band ha tenuto lo scorso 3 dicembre al Legend Club di Milano.

Buon pomeriggio Mark. Mi piacerebbe parlare del vostro ultimo album, che è stato rilasciato lo scorso maggio. Come sta andando, finora?
L'album sta andando alla grande e l'estate è stata un bel test. Fino a settembre il nostro tour ci ha portato in luoghi sconfinati come Australia, Giappone, Indonesia, Tailandia, dove abbiamo ricevuto un inaspettato calore da parte del pubblico. Sono tonato oggi a Manchester per iniziare il tour europeo domenica e arriveremo anche in Italia in una unica data la settimana prossima dove mi aspetto altrettanto calore da come mi ricordo dalla nostra ultima esperienza in questo paese. Tre anni fa infatti se non ricordo male abbiamo suonato al “Rock in Roma”.

Sono curioso di sapere qualcosa di più sull'origine di questo lavoro. Se ho capito bene, il titolo è ispirato a una serie di isole visitate dal frontman, Tim Wheeler. Non è vero?
Si, è vero. Alla fine dell'ultimo album “Kablammo” abbiamo finito il tour in Giappone e ci siamo recati in alcune isole vicine e penso che lui abbia avuto delle ottime sensazioni ed esperienze in solitudine da cui ha trovato ispirazione.

L'album risulta essere un lavoro molto classico e maturo. Sono toccati molti argomenti importanti della sfera emotiva di un essere umano. Dopo una carriera lunga come la vostra, avete sentito il bisogno di mettere in gioco le vostre emozioni?
 Le dodici tracce che compongono “Islands” sono infatti un concentrato di power pop che conservano parte di quell'attitudine adrenalinica di una volta: Il legame con il passato, le proprie speranze, la possibilità di mettere le cose a posto, la possibilità di dimostrare che siamo ancora forti. Tim riversa in questo album tante esperienze sue personali e c'è molto del suo vissuto che vuole condividere con tutti noi per esternare le sue emozioni.

Ho intervistato molte band nel corso degli anni, ma è la prima volta che ne trovo uno i cui membri sono gli stessi dell'esordio. Qual è stato il segreto per trovarvi sempre insieme dopo così tanti anni?
Si, abbiamo iniziato sedicenni a fare un po' quello che facevamo ed è stata un po' come una fratellanza che è cresciuta col passare degli anni. Grazie a questo rapporto conosciamo molto bene i nostri reciproci pregi e difetti. Un ragionamento condivisibile in tutti questi anni: fare della buona musica, quintali di chitarre e fiumi di energia. Fedeli a noi stessi e mai troppo grandi per il rock leggero a presa rapida.

Non vi è mai venuto in mente di smettere?
Per ora no, non abbiamo mai avuti dubbi e quando ci sono venuti ci siamo sempre detti che ce la potevamo fare. Cerchiamo sempre di reinventarci con nuove ispirazioni senza mai tradire ciò che siamo infatti abbiamo molti fans che ci seguono da oltre vent'anni e che ci danno la carica per non mollare mai.

Voi avete iniziato a suonare insieme che eravate poco più che bambini. Cosa avresti voluto fare se non fossi riuscito a sfondare? E quando avete capito che la musica sarebbe stata la cosa a cui ti saresti dedicato per il resto della vostra vita?
Si abbiamo iniziato che avevo appena 12 anni ed è stato quasi per gioco, non pensammo allora che tutto questo sarebbe durato così a lungo. All'inizio non avevamo capito che quello sarebbe stato il nostro futuro ma ci siamo buttati e abbiamo avuto fortuna. Eravamo spaventati da tutto quello che questo mondo poteva riservarci ma percepito il supporto esterno abbiamo realizzato che ci stavamo riuscendo, quindi WOW. È stato incredibile.

Cos'è la musica per te, in 3 parole?
Passione, viaggio, scoperta. È conoscere, album dopo album, un nuovo processo di apprendimento.

In questi anni l'industria musicale è cambiata molto. Sia in termini di generi musicali che ora sono considerati più in voga, sia per quanto riguarda il modo in cui la musica è goduta. Quali sono gli aspetti positivi e negativi di questa evoluzione?
Da quando abbiamo iniziato noi ad oggi ci sono molte più possibilità, più canali e alternative per chi vuole fare musica in modo professionale. Quando avevamo iniziato noi era tutto molto più difficile. Oggi ci sono molto più sub-culture musicali che sfaccetta notevolmente il mercato aprendosi anche verso le nicchie. Oggi c'è più musica che mai, il problema è che molte persone non sono attualmente in grado di avere un guadagno dalla musica. Chiunque oggi pùo registrare musica in modo economico e facile, ma proprio per questo è tutto molto più competitivo. C'è ovviamente molta brutta musica e quindi devi buttartici dentro per filtrarla e trovare qualcosa di buono.

Quali progetti avete per il prossimo anno?
Vogliamo cominciare a produrre il nuovo album nei primi mesi dell'anno prossimo.

Voglio chiudere la nostra intervista con una domanda che faccio uguale a tutti gli artisti. Quali sono i 3 album a cui non potresti mai rinunciare?
Nirvana, Megadeth, Mettallica, e qualcosa di Punk.Niente è però come i Nirvana che hanno fatto qualcosa che è nato e morto con loro.

Intervista a cura di Luigi Rizzo
Copywriting a cura di Yamilè Barcelò.

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