GIOVANNI DAL MONTE - VISIBLE MUSIC FOR UNHEARD VISIONS

GIOVANNI DAL MONTE - VISIBLE MUSIC FOR UNHEARD VISIONS

E' uscito il 16 luglio l'ultimo disco di Giovanni Dal Monte (conosciuto anche come La Jovenc), Visible Music For Unheard Visions.
Un flusso di coscienza e pensieri, quelli che si avvicendano nei momenti di solitudine, quando siamo a contatto con il nostro Io più sopito. Il titolo racchiude in sé due concetti, quello della musica visibile - perché la musica la si immagina e a volte è un qualcosa di tanto inafferrabile quanto materiale - e quello delle visioni inascoltate, per ciò che abbiamo visto e dovrebbe essere riascoltato nuovamente.

 
E' lo stesso poliedrico artista, non solo organizzatore di suoni e videomaker, ma anche sperimentatore e musicista elettronico nell'accezione più ampia a cui si possa pensare, a parlare del suo album:
 
“La cifra di questo lavoro credo sia il ricordo, gli affetti, le relazioni tra gli esseri viventi. E anche quelli che non vivono più. Le emozioni. Uso infatti l'elettronica come linguaggio, ma non è il mio fine. Non sono uno scienziato, non studio le forme d'onda con formule matematiche. Quello che faccio non è di facile ascolto, dicono che è concettuale. Ma pur in questa dimensione ermetica, non riesco ad approcciarmi alla musica, sia come ascoltatore che come compositore, se non attraverso l'emozione. Che siano teorie di campioni, malfunzionamenti e rumori, o che siano melodie o ritmi, mi faccio coinvolgere dal loro scorrimento e cerco di dare loro una voce, di farli raccontare esperienze emotive.”
 
“Così, in questo come negli altri lavori, se si vuole ascoltare le cose arrivano. Succede qualcosa. Che siano lamenti o pianti, che siano avvertimenti, presagi o colpi di scena. Che siano incontri o addii, la musica corre, poi rallenta. Ti conforta o si strugge con te. Apre e chiude visuali, come le porte. Dal giorno si passa alla notte e viceversa. Voglio che tutto questo avvenga anche se si tratta di "rumore". Non sono interessato a far ballare con le batterie elettroniche, i sintetizzatori o i campionatori; li uso semplicemente in modo diverso. E' un racconto, uditivo e visuale. Io ho creato la struttura, il tempo, il forte e il piano. Il resto è libero di interpretazione.”

 
Un racconto che parla all'ascoltatore e con lui si muove tra le pieghe dei suoi pensieri, delle sue riflessioni, di quelle emozioni genuine ed istintive suscitate dall'elettronica usata come linguaggio e struttura.
 
L'album si apre con la prepotente Cafe Richmond, i cui campioni si sviluppano in orbite di diverse ampiezze per poi trovare un allineamento periodico. La sensazione di essere fuori dal tempo, senza riferimenti, trova risoluzione in alcuni, brevi, attimi di armonia. Si prosegue con Waves that never will be heard le cui onde, che siano sonore o del mare, non saranno mai ascoltate, nel loro avvicendarsi che suscita rimpianto, mancanza, ricordo. Tremor 1 è la terza traccia, che trova in Tremor 2 il suo secondo capitolo: malfunzionamenti, la melodia che si dissolve per lasciare spazio all'armonia dei ritmi che si sviluppano in maniera diacronica suggerendo linee narrative. La lirica From the cage, musica del ricordo, è un connubio tra campioni del violoncellista Tristan Honsinger e cori ultradimensionali.
Dopo le onde, è il turno delle ombre, Shadows that never will be seen è una musica evocativa di cicliche ondate che si ripetono.
A chiudere l'album, la bonus track Let's go minimal, descritta come “un "divertissement" funk-progressive che gioca sull'impossibilità di accontentarsi del minimale, estetica oggi perbenista e massificata, diventata superficiale e commerciale. Come dice la voce urlante "sii elegante, non esagerare...sii minimale" mentre un vortice di ritmi la trascina in un ritornello sfrenato. "Per favore, dillo, dì che hai bisogno di qualcosa di più...se non ti trovi a tuo agio nel minimale...puoi avere il concettuale", suona come una sarcastica minaccia.”

 
Un album evocativo, ermetico e concettuale, capace di appellarsi e comunicare con quella parte di noi, spesso celata e dimenticata, con cui entriamo in contatto in solitudine. Tra ricordi ed emozioni, sensazioni e onde e ombre dimenticate.

 
 
CREDITI
Composto e suonato da Giovanni Dal Monte.
Prodotto da SonicaBotanica e Pomo Da Damo Contemporary Art Gallery.
Mixaggio: Stefano Dall'Osso.
Campioni di: Kaffe Matthews, M.P.Mussorgsky, Tristan Honsinger, Marlene Dietrich.
www.giovannidalmonte.com
https://itunes.apple.com/it/artist/giovanni-dal-monte/id216880229
http://www.lastfm.it/music/Giovanni+Dal+Monte

A cura di Valentina Colombo

giovanni dal monte, la jovenc, sfera cubica, sonicabotanica, visible music for unheard visions

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