BARI-TREVISO: 0-0

BARI-TREVISO: 0-0

UN BARI SENZA IDEE.
Un punto che penalizza fin troppo un Bari scarso di convinzione e idee in una giornata che per di più vede vincenti quasi tutte le dirette concorrenti alla salvezza. Bilancio di una vittoria e tre pareggi tra due squadre che si sono affrontate poco nella storia. Una vittoria nel 1950-51 per 3-2, ed un pari, in quell'anno, sempre per 1-1, come nell'andata di questo torneo. Il Bari versione Pillon sembra una squadra rinata, ma basta un Treviso ordinato e per nulla disposto a fare da agnello sacrificale, che i biancorossi si perdono in quel gioco purtroppo a noi baresi ben noto quale “il lancio lungo”.Un Cordova deludente, che conferma di aver ottimi piedi, ma di non saper gestire i ritmi di gioco, un Bellavista in affanno e spesso poco preciso, contribuiscono al raggiungimento di quel 0-0 più utile ai trevigiani che a noi. I giornali e le trasmissioni parlano di pareggio-sconfitta, di involuzione tecnica e reparti allo sbando. È vero, manca anche un catalizzatore di centrocampo, la difesa non segue il gioco e allunga la squadra, e si va subito in affanno. L'improvvisazione porta la difesa a lanciare lungo rinunciando al possesso di palla. Dall'altra parte un Treviso che invece pensava, con una difesa che accorciava molto bene, anche se con un attacco poco pungente. Bene i due attesissimi ex Gillet e Gigi Anaclerio, accolti molto bene al San Nicola. Del resto ci si aspettava una tale accoglienza, visto che i baresi, quelli veri, non dimenticano. Leggermente in ombra Anaclerio, forse perché in veneto gioca poco, o forse perché il ragazzo del San Paolo non voleva far male alla sua città. Meglio Gillet, finalmente nelle condizioni di smontare chi a Bari aveva costruito e poi distrutto castelli intorno a lui, nonostante il suo rendimento fosse sempre discreto. Tutti sanno a chi era rivolto lo sfogo... In classifica le cose peggiorano, nella zona bassa vincono tutte, Como, Venezia, Napoli e Genoa. Il prossimo avversario, sempre in casa sarà il Verona, reduce dallo 0-0 al Cibali di Catania. Bisognerà vincere, lo sanno tutti, anche Pillon, al quale non preoccupa il pareggio, ma l'involuzione della ripresa, dettata più che altro dalla mancanza di tranquillità, in un periodo di campionato in cui non ci si può permettere di avere esitazioni.
La serie C torna a far paura, visto che, stando ai numeri, siamo di nuovo penultimi. Ma se Valdes, ieri al di sotto delle sue potenzialità, avesse messo dentro quel pallone? Se il pur sempre ottimo Bruno avesse segnato di testa, o tirato senza tentare il dribbling su Gillet? Ora i giornali e le trasmissioni avrebbero parlato di un Bari finalmente fuori dalla crisi, del miracolo Pillon, etc. Si è troppo bravi a parlar male del Bari, o forse siamo troppo abituati a farlo anche senza ragione, semplicemente per partito preso. E allora non si sa far meglio di finire per parlare delle solite grandi squadre di serie A, continuando ad alimentare il solito schifoso calcio delle “tre”, dando loro ancora più potere decisionale sull'andamento( ormai si sa, sempre più pilotato) del campionato...uno scudetto a Roma (e li facciamo contenti) e altri dieci a juve e milan. I baresi che amano il calcio, a prescindere dalla situazione della nostra Bari, non possono far morire il calcio in questa città, accontentandosi di abbonarsi alle pay-tv per regalare soldi a Berlusconi, Moratti o chicchessia. Bari merita la serie A, questo è vero. Ma è altrettanto vero che non merita la C e chi ha un minimo di cervello, ora abbandoni la solita maschera alla moda del contestatore ignorante e cerchi di rendersi utile per qualcosa che lo riguarda più da vicino, ovvero l'onore della sua città... non preoccupatevi, a Torino o Milano non se ne accorgeranno neanche!
Onora la tua città, difendine i colori.
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