Nightguide intervista Andrea Appino dei The Zen Circus

Nightguide intervista Andrea Appino dei The Zen Circus


 
Dopo un bellissimo showcase per la presentazione dell'ultimo disco dei The Zen Circus''La Terza Guerra Mondiale'', alla Feltrinelli di Via Appia a Roma, Leslie Fadlon ha intervistato per Nightguide il loro frontman, Andrea Appino. 
Ecco a voi l'intervista con il cantante, autore dei testi e chitarrista della rock band di Pisa.
 
 
Innanzitutto come definiresti il vostro concetto di ''Terza Guerra Mondiale?
Ovviamente è una provocazione, come quasi la totalità dei titoli dei dischi degli Zen, come quando abbiamo detto ''Andate tutti a fanculo''. Se volessimo veramente che se ne vadano tutti a fanculo non avremmo fatto quello che abbiamo fatto, in realtà noi ci crediamo agli essere umani e vogliamo loro del bene; non vorremmo mai che ce ne fosse una di Terza Guerra Mondiale, anche se nella realtà dei fatti già una in corso c'è già, secondo me. Ma in questo disco parliamo di una guerra che ci entra in casa, non come quella odierna che non tocca i paesi Occidentali, sfrenatamente Capitalisti. Noi non ce ne aggiorniamo e conviviamo con le nostre idiosincrasie, ma mentre ci beviamo una birra o suoniamo ad Aleppo c'è il disastro.
Forse siamo un po' qualunquisti ma crediamo ovviamente che c'è bisogno dilricordarlo, ogni tanto, che qualcosa non torna.
 
E come possiamo salvarci?
I modi ci sono sicuramente. Personalmente, al di là del senso del disco, che è fotografico, io ho un'idea. Viviamo in un tempo strano, dopo la caduta del muro di Berlino si credeva nella fine delle ideologie ma invece l'ideologia c'è ancora ed è imperante: è quella del Capitalismo. La viviamo e non è nemmeno più possibile metterla in discussione, perché significherebbe cambiare il proprio stile di vita  in peggio, consumando meno. C'è un modo di esser felici al mondo, senza dover vivere come ci si immagina in certi regimi. Uno di questi modi è lo stare sempre appresso all'eterna e continua crescita esponenziale di qualsiasi cosa, perché quello è un uscire dal sistema in cui viviamo. Se non mettiamo in discussione il sistema, prima o poi tutto esploderà.
 
 18 anni di carriera sono tanti da vivere insieme: come fare a sopportarvi ancora?
Sono più di 18, è dal 1994 che sono con gli Zen, dal primo gruppo. Sono effettivamente 18 solo con Ufo, ovvero con i nuovi Zen. Ci si vuole bene perché siamo molto simili e perché siamo cresciuti insieme.
E quando non ci vediamo per la musica, non ci vediamo.
Non si stava così tanto insieme come in questi giorni nemmeno quando eravamo in studio!
 
''Zingara'' è un brano sulla mancata integrazione del diverso che viviamo in Italia; come nasce questo pezzo?
Nasce dai commenti grotteschi di Youtube sotto ai vari video dedicati agli zingari, che abbiamo deciso di fotografare.
Venerdì uscirà il video in cui verranno inseriti i commenti brutti(i più ''belli'' formano il 50% del testo del pezzo) e la speranza è che chi la vedrà in essi comincerà a farsi schifo.
 
"Andrà tutto bene" invece è un altro pezzo che sembra riferirsi alla vostra visione lucida realtà, che si riflette sempre nei testi..di cosa deve parlare la musica oggi? 
La musica deve fare anche quello che si critica nel pezzo, ovvero parlare di amore e felicità, ma dopo un po' basta, diciamo che ha rotto anche il c*o. Personalmente ad avermi salvato la vita è stata un tipo di musica che raccontava altri tipi di cose. 
Da piccolo infatti non mi sentivo bene con gli altri, come tutti i ragazzini ''nerd'' non socializzavo e ad un certo punto ho iniziato a frequentare quelli con chiodo e converse, che vedevo a scuola, iniziando ad adorare gruppi come The Cure. 
 
C'è un fil rouge tra ''Il nulla'' ed il nuovo disco?
Assolutamente sì. ''Il nulla'' probabilmente è stata la canzone meno capita della storia degli Zen, penso che perfino chi l'ha capita alla fine non l'abbia voluta capire. Ma va bene così. Essendo un pezzo punk - elettrico sarebbe stata molto bene in questo disco, che è proprio un disco elettrico.
 
Tornando alla scrittura: è cambiato il tuo approccio alla scrittura da solista rispetto a quella da frontman?
Sicuramente. Però di fare il solista non mi va veramente più.
Ci sarà un'evoluzione degli Zen; con gli album solisti avevo bisogno di uno spazio mio, ma ora con la band siamo maturi, concreti e capaci di fare quello che è successo col Testamento in un disco degli Zen Circus. Non smetterò comunque di scrivere, né di porre certi temi nelle nostre canzoni.
 
Ultima domanda: cosa ci dobbiamo aspettare dal prossimo tour?
Innanzitutto un elemento in più: il nostro caro amico Pellegrini (''Il Maestro''), con cui potremo organizzare un tipo di live molto più complesso sonoricamente e in spazi più grandi del solito, vista anche la pausa di due anni.
 

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